martedì 13 febbraio 2024

Nel Sahara

 

Sahara: uno stato che non è uno stato. È riconosciuto dalla comunità interna­zionale come “territorio non autonomo”. Si stende lungo l’oceano Atlantico, tra Marocco e Mauritania. Dopo secoli in cui questa è stata la terra degli arabi Maqil, nel 1884 il Sahara divenne colonia del regno di Spagna e nel 1958 Provincia spagnola. Nel 1975 la Spagna lascia il possedimento. Il territorio viene inizialmente spartito fra Marocco e Mauritania. Subito dopo viene proclamata la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi dal Fronte Polisario, sostenuto dall'Algeria. La Mauritania rinuncia presto alla sovranità sulla sua parte del territorio, che viene quindi annesso al Marocco. Dal 1991 si attende un referendum sullo statuto definitivo del Sahara, che rimane diviso fra il Fronte Polisario ed il Regno del Marocco. Nel frattempo è sorto un muro lungo 2700 chilometri che divide il Paese dal nord al sud: ad ovest il dominio del Marocco, ad est la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi. 

Gli Oblati sono giunti in questa terra nel 1954. Sono ancora lì, dopo 70 anni. «Forse siamo l’unica comunità di missionari oblati a non avere neanche un cristiano nella comunità locale. Qui il 100% dei cittadini Sahrawi è musulmano, per legge», ricordava padre Luis Ignacio (Chicho) Rois, superiore della comunità. prima che venisse chiamato a Roma come superiore generale. «Arrivammo nel 1954 e da quando gli spagnoli sono andati via, non ci sono più cristiani, ma noi siamo rimasti lo stesso, vedendo cambiare attorno tutte le situazioni politiche e sociali. La comunità cristiana qui è passeggera, perché composta esclusivamente da migranti: chi sta di più si ferma due anni, gli altri meno. Che siano lavoratori che si spostano temporaneamente in cerca di un impiego o migranti che transitano da qui mentre tentano di dirigersi alle Canarie, ci mettiamo al loro servizio perché sono i più poveri. Dobbiamo però considerare anche il luogo in cui ci troviamo, la comunità di persone che vive attorno a noi. Siamo qua per i musulmani, perché siamo qua per la gente del territorio».

E se andassi a trovarli?

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