lunedì 25 dicembre 2023

In missione. Perché? Le ragioni di p. Antonio Zanoni

Il 26 dicembre 1972, in un incidente di strada, moriva nel Laos p. Antonio Zanoni. Aveva 41 anni. Ha lasciato una testimonianza straordinaria della sua missione nel libro Piste senza ritorno. Vent’anni tra i Hmong del Laos, Roma, 1970, 228 pp.

Perché è partito missionario per il Laos? Lo racconta lui stesso nelle lettere al Superiore generale, quando, al termine della sua prima formazione, gli scrive per chiedere la sua prima destinazione, “la prima obbedienza”, come la chiamano gli Oblati. Gli scrive tre volte per narrare la storia della sua vocazione e le motivazioni che gli fanno chiedere di andare in missione nel Laos. Dello stesso periodo abbiamo due lettere indirizzate a p. Drouart, Assistente generale, incaricato dell’Asia.

Già da queste poche lettere appare chiara l’origine della sua vocazione: nel seminario di don Calabria, a Verona, avverte la chiamata alla missione. Giunge p. Gaetano Liuzzo che gli rende concreto l’ideale missionario: gli Oblati di Maria Immacolata. Con la benedizione di don Calabria, poi proclamato santo, il giovane Antonio va al noviziato. Allo scolasticato passa p. Drouart e la sua testimonianza lo aiuta a focalizzare ulteriormente l’ideale missionario: il Laos.

«Ero ancora ragazzo – scrive al superiore generale – e già pensavo alle missioni. Dopo le prime tre classi del ginnasio sono entrato in un seminario per vocazioni povere a Verona [Opera Don Calabria] e li probabilmente sarei rimasto. Avrei avuto modo di svolgere qualsiasi genere di apostolato in Italia, ma mancavano le missioni estere e questo per me era essenziale. Ho conosciuto gli Oblati di Maria Immacolata per mezzo della propaganda di P. Liuzzo. Avrei potuto così realizzare il mio ideale: avevo trovata una Congregazione dedicata all’Immacolata e missionaria».

E a p. Drouart: «La vocazione per le missioni estere è nata in me con la vocazione al Sacerdozio ed essa mi ha spinto ad entrare, quando già avevo 21 anni fra gli Oblati di Maria Immacolata... Non mi faccio illusioni sulla vita che deve condurre un missionario laggiù nel Laos. Uno dei motivi che mi ha indotto a scegliere quella missione a preferenza di un'altra, è la scarsezza di Padri. Mi son chiesto se non è questo un invito di Gesù alla generosità. Dal momento che la mia vita è continuamente nelle mani di Dio non vale forse la pena di sacrificarla completamente all’amore suo? Son certo che se Egli mi vuole laggiù mi darà pure la forza per compiere il mio dovere specialmente se esso comporta sacrifici non comuni come la vita missionaria nel Laos... Penso spesso al Laos e forse ci penso troppo, ma d’altra parte l’ideale missionario è quanto ho di più caro al mondo».

Sono passati 51 anni dalla sua morte... e parla ancora!

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