sabato 23 dicembre 2023

Annunciazione

Quanti anni aveva Maria quando l'angelo entrò da lei? Un’adolescente o poco più, perché è ancora promessa sposa. E com’era Maria? Uno dei primi pellegrini – un anonimo proveniente da Piacenza – che ha lasciato un resoconto del suo viaggio, verso l’anno 570, scrive: «In quella città [Nazareth] le donne ebree sono così seducenti che da nessun’altra parte di quella terra se ne trovano di più belle. Dicono che è un’eredità della Beata Maria».

Dove entra l’angelo Gabriele? Nel suo cuore? Il dialogo che si svolge è tutto interiore? La tradizione l’ha drammatizzato immaginando Maria seduta in meditazione all’interno della sua casa. Gli artisti si sono sbizzarriti lungo i secoli creando le dimore più diverse. Era una casa comune, come quella che dipinge Lorenzo Lotto o signorile e raffinata come quella di Carlo Crivelli? Oppure l’annunciazione avvenne in un grande giardino prospicente la casa come per Leonardo da Vinci o sotto il portico come per il Beato Angelico? L’angelo, dice il Vangelo, “entrò da lei”. Ma entrò in casa? Alla fine del racconto Luca non dice che l’angelo, una colta compiuto l’annuncio, “uscì”, ma che “si allontanò da lei”. Le stava davanti, con il giglio che la divide da lei, come nelle annunciazioni di Andrea Della Robbia a La Verna o di Filippo Lippi?

La grande basilica dell’Annunciazione a Nazareth contiene la grotta interna di quella che si è sempre ritenuta la casa di Maria. Addossata alla roccia vi erano le pareti in mattone, quelle che la tradizione pensa siano oggi a Loreto. A fianco della basilica si possono ancora vedere diverse grotte analoghe, che costituivano parte del villaggio. Secondo la tradizione ortodossa Maria ricevette il primo annuncio alla fontana del paese. È là che è sorta la prima chiesa a Nazareth, ancor oggi luogo di intensa devozione.  

Quell’entrare da lei, al di là delle raffigurazioni pittoriche, dice un’esperienza di profonda interiorità. L’angelo le parla dentro, in quella stanza segreta che è il suo cuore immacolato, la sua vera casa. Una casa che Dio aveva preparato da tutta l’eternità per avere quell’incontro con lei. È lì che avviene il colloquio, talmente vivo e reale che Maria avverte così forte la presenza dell’angelo che lo vede con gli occhi dell’anima con l’immediatezza con cui lo vedrebbe con quelli del corpo e ascolta la sua voce con una nitidezza come lo sentisse con le orecchie del corpo. Ma non c’è bisogno di parole, di sguardi. È un dialogo silenzioso e insieme distinto, un a tu per tu intenso e serrato che sembra quasi una battaglia, come Giotto ha saputo drammatizzare nel polittico di Santa Reparata a Firenze.

Il dipinto più bello ce l’ha comunque lasciato Luca, che non a caso la tradizione ha voluto pittore. L’ha dipinto all’inizio del suo Vangelo, con le parole che ogni giorno recitiamo decine di volte: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te…”. Dio timidamente chiede se può sposare Maria. Addirittura non osa chiederglielo direttamente. Come si usava una volta, manda un suo amico, nel timore di ricevere un diniego. Ma sa che quello di Maria sarà un sì. L’ha preparata da tutta l’eternità perché acconsentisse, l’ha preservata dal peccato proprio per questo, perché le dicesse di sì. Dio che chiede il permesso per entrare nell’umanità, per farsi uno di noi. Dio che rispetta la nostra libertà.

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