Sr. Ausiliadora prepara la marmellata di pompelmo |
Al primo albeggiare mi sveglia l’intenso brusio delle api che ogni giorno prendono d’assalto l’albero accanto alla finestra, fiorito all’inverisimile con fiori che richiamano quelli del tiglio. Dopo le api si svegliano, ad uno ad uno, gli uccelli più doversi e inizia la sinfonia mattutina, diretta da un invisibile maestro d’orchestra.
Quando esco sr. Ausiliadora è già all’opera nell’orto, tra alberi da frutta e verdure; inizia a preparare le sue famose marmellate, poi va a dirigere la cucina.
In un momento d’intervallo, per la prima volta in cinque giorni, trovo il tempo per uscire dall’ampio recinto che raccoglie gli edifici del centro di ritiro, e mi inoltro nel bosco attiguo, estesa coltivazione di alberi di cashew piantata dai portoghesi. Là dentro, nascoste tra gli alberi, a pochi passi dalla casa, le capanne sparse del villaggio di N’Dame. La gente saluta in creolo, i bambini, come sempre e come ovunque mi si incollano e mi seguono ad ogni passo. Per la prima volta entro in una casa, costruita, come tutte, con mattoni di terra e coperta dall’ampio tetto di paglia. Entro soltanto perché unica via per accedere al cortile, interamente recintato da una palizzata di arbusti e spine. Il papà è seduto accanto alla soglia, all’ombra, a riposare. La mamma si ammazza, col grande bastone di legno, a brillare il riso. La nonna accudisce il piccolo fuoco. La vita si svolge all’aria aperta, la casa serve soltanto per dormire e per riporre le poche cose, forse anche per ripararsi durante la stagione delle piogge.
Sembra difficile credere che ci siano posti dove la vita scorre ancora come secoli fa, ma forse nel mondo sono i più…
Anch’io questa sera vado a letto a lume di candela…
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