martedì 4 marzo 2025

Quaresima: alla scoperta dei cieli

“Il cielo dentro di me”. Il titolo del libro scritto lo scorso anno sembra essere adatto per iniziare la Quaresima, richiama l’interiorità che questo periodo liturgico domanda di vivere.

Oggi, nella lettura del commento al Cantico dei Cantici di Bernardo di Chiaravalle, sono giunto alla descrizione dell’anima definita come un “cielo”. L’aveva definita così già Gregorio Magno. Ma l’aveva definita così, ricorda Bernardo, Gesù stesso dicendo: “Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. L’aveva detto anche Paolo affermando che “per la fede Cristo abita nei nostri cuori”.

L’anima, continua Bernardo, si chiama “cielo” perché viene dal cielo. «Ogni anima può non solo essere detta “celeste” a motivo della propria origina, ma anche essere giustamente chiamata “cielo”, perché lo riproduce… Un’anima santa è infatti un cielo…».

Però attenzione! «perché un’anima possa diventare come un cielo e una dimora di Dio, dovrà essersi innanzitutto svuotata da tutte le cose cattive… Inoltre è necessario che essa cresca e si dilati per poter accogliere Dio». E come fare? «La sua ampiezza è il suo amore, come dice l’Apostolo: “Dilatatevi nella carità”… Dunque, la grandezza di un’anima si misura dalla carità che possiede…».

Poi Bernardo si guarda attorno e con sorpresa scopre tanti altri cieli oltre la sua anima: «questa Chiesa, che è ancora pellegrina, ha i suoi cieli, cioè gli uomini spirituali, insigni per vita e fama, puri nella fede, saldi nella speranza, generosi nella carità, trepidanti nella contemplazione… Essi mostrano il vangelo della pace».

Dilatare il proprio cielo con la carità e scoprire i cieli degli altri: un bel programma per questa Quaresima.

Nessun commento:

Posta un commento