Il pellegrinaggio è una particolare espressione dell’itineranza umana.
https://fabiociardi.blogspot.com/2025/03/homo-viator-il-viaggio-della-vita.html
La prima motivazione che fa
muovere l’umanità è la necessità, il bisogno di nuove terre e pascoli, di
sicurezza… Non diversa è la motivazione che fa intraprendere il pellegrinaggio:
c’è sempre una necessità, anche se diversa da quella che muove la migrazione
come tale. C’è un interesse: il bisogno di una guarigione, di una grazia; più
profondamente il bisogno di purificazione, di pace interiore, di ritrovare il
senso della vita, di salvezza…
A
differenza dell’itineranza, che spesso è una fuga verso una terra che non si
sa, il pellegrinaggio ha una meta precisa, un luogo sacro: un fiume, un
santuario, la tomba di un eroe o di santo, una reliquia… Va verso una meta che
le generazioni passate hanno indicato come luogo sicuro dove trovare ciò di cui
si sente il bisogno, capace di appagare i desideri più materiali e quelli più
nascosti e forse inespressi. L’homo viator è anche homo religiosus:
il senso del sacro è peculiare della natura umana.
Non sappiamo come questo si
esprimesse nella preistoria, ma la documentazione storica è ricchissima al
riguardo. In Giappone lo shintoismo ha dato vita a pellegrinaggi verso numerosi
templi e santuari, come quello di Isé dedicato ad Amaterasu, la dea solare, ai
33 santuarî di Kwannon, dea benevola per le miserie umane, al Fuji-yama, la montagna
più alta… In India i fiumi Gange, Jumnā, Narbada sono alcune tra le tante mete
di pellegrinaggi secolari, così come Kapilavastu dove nacque il Buddha, Budh
Gayā dove ricevette l’illuminazione, Benares dove tenne la prima predica,
Kusinagara dove morì… Potremmo percorrere tutta l’Asia seguendo gli innumerevoli
pellegrinaggi. Più vicino a noi, basta accennare al tempio di Delfi, in Grecia,
dove ci si recava per conoscere gli oracoli del dio Apollo, che parlava per
bocca di una sacerdotessa, la Pizia. A Roma erano meta di pellegrinaggio i santuari
di Giove Laziale, di Diana Nemorense, di Giunone Lanuvina.
La tradizione ebraica si inserisce
in questo substrato umano comune a tutte le religioni. Il pellegrinaggio al
tempio di Gerusalemme, soprattutto in occasione della Pasqua, ma anche quelli
di Pentecoste e dei Tabernacoli, caratterizza la religione di Israele e i salmi
graduali, i canti "della salita", ne esprimono la spiritualità.
L’Islam e il cristianesimo continuano
questa esperienza. A ogni credente musulmano che ne abbia le possibilità e la
salute fisica, è richiesto di compiere almeno una volta nella vita il
pellegrinaggio alla Mecca, dove è conservata la Ka‘ba: è uno dei cinque pilastri
dell’Islam.
Per il cristiano il viaggio in
Terra Santa, dove può conoscere e venerare i luoghi di Gesù, è una pratica che
risale ai primi secoli. Come non ricordare le testimonianze di Elena madre di
Costantino, Girolamo, Egeria, fino a Francesco d’Assisi, Brigida di Svezia,
Ignazio di Loyola… Le mete si sono poi diversificate, da Santiago di
Compostella ai Sacri Monti della Lombardia e del Piemonte: Varallo, Orta, Oropa,
Domodossola… Fino a Guadalupe, Lourdes, Fatima, Medjugorje… Le tombe degli
apostoli a Roma fin dall’antichità divennero la meta più ambita, soprattutto
dopo che l’accesso alla Terra Santa fu precluso dalle nuove conquiste. Nel
Medioevo nuovamente “tutte le strade portano a Roma”, la via Francigena, la via
Romea…
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