domenica 14 gennaio 2024

Una giornata che vale per due

Una giornata che mi sono sembrate due. La prima metà a Castelgandolfo con 600 focolarine e focolarini dell’Europa dell’Ovest. La seconda metà con un gruppo di bambini alla scoperta di alcuni santi di Roma.

Con i primi sono entrato nel loro campo e osato dire loro cosa sono, o almeno come penso che siano.

Il focolarino, come lo vedo io, è il custode della fiamma, di quel fuoco che Gesù è venuto a portare sulla terra. Custodisce gelosamente quella fiamma, non come farebbe una povera vestale costretta dalla sorte, ma con la passione d’un amore forte come il fuoco che Gesù gli ha acceso in cuore.

Il focolarino non è una teca refrattaria, inerte: si lascia bruciare da quella fiamma che l’avvampa e lo trasforma in fuoco. Uomini e donne tutti di fuoco, non stoppini fumiganti, ma persone luminose, che sprizzano gioia.

Il focolarino è una persona che, perché infiammata, infiamma a sua volta quanti incontra e dilata l’incendio dell’amore: dà gioia a Gesù che, venuto tra noi, ha un solo desiderio: vedere ardere e avvampa nella terra intera il fuoco che egli è venuto a portare.

Il focolarino è una persona che tiene viva la fiamma dell’amore fatto persona, non da solo, ma assieme agli altri: il fuoco è Gesù in mezzo in focolare. Perché si chiama focolare? Che cos’è il focolare è se non c’è il fuoco di Gesù in mezzo ai suoi membri?

E se c’è questo fuoco, come fa un focolarino a non rimanere per sempre un “popo”, un bambino, con l’incanto del primo amore? Non una persona ingenua o peggio stupida. Conosce la vita con tutte le sue difficoltà e le sue prove. Ma dentro ha il fuoco, ha il Cielo, il Paradiso e per questo è nell’incanto. È entusiasta del suo Ideale e della sua vita: “entusiasta”, perché questa parola, nella sua etimologia, significa proprio “avere Dio dentro”.

Con i bambini, accompagnati dai loro genitori, entriamo in un altro mondo. 

Li ho portati nei luoghi di san Filippo Neri, santa Brigida di Svezia, san Giuseppe Calasanzio. Basta dire loro poche cose e lasciare che facciano tante domande. Molte domande non hanno niente a che fare con quello che stai dicendo, ma devi prenderle sul serio e rispondere, senza preoccuparti se ti portano fuori del tuo discorso: meglio entrare nel loro discorso, nei loro interessi, perché solo a questa condizione essi sono disposti a entrare nel tuo mondo.

Quello che poi conta è il clima che si crea tra tutti, immergersi in questi ambienti così belli dove hanno vissuto i santi, lasciarci avvolgere dai luoghi carismatici, dar fiducia a chi ci accoglie sul posto, vivere tutto con i genitori... Tre ore sono passate in un soffio. Dio sa cosa resta.

A me resta anche il loro regalo, due paia di bellissimi calzini colorati e una letterina che mi ha letto una bambina: "Caro padre Fabio grazie per averci regalato questa passeggiata alla scoperta dei santi! Siamo orgogliosi di averti come nostro accompagnatore e amico speciale! Ti vogliamo bene". 




4 commenti:

  1. vorrei essere uno di quei bambini per sentire la storia dei santi raccontata da p.Fabio. Grazie sempre!

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  2. Grazie Padre Fabio per questa tua visione del focolarino. Abbiamo da puntare ogni giorno solo li

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  3. Padre Fabio, hai fatto una radiografia perfetta di chi e' un focolarino. La conservero' fra le cose piu' care per poter correggere il tiro quando ce ne fosse la necessita'. Grazie.

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  4. Mi viene da dire che gli Oblati sono sinonimi dei Focolarino e viceversa. Le Fiamme hanno in Gesù (fuoco) riposto la loro Oblazione.D.Familiari

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