martedì 16 gennaio 2024

Lo sguardo di Guila

 

In questi giorni ho letto l’ultimo libro di Eric-Emmanuel Schmitt, l’autore, tanto per intenderci, di Oscar e la dama rosa. Il libro appena letto è La sfida di Gerusalemme. Domani sul blog trascriverò un suo sguardo sulla città santa. Oggi invece il suo sguardo su Guila (non Giulia), la guida israeliana che porta in giro il gruppo dei pellegrini:

«Da un paio di giorni sono attratto da Guila, la nostra guida israeliana, una donna che emana luce, con due occhi grigio-azzurri che scatenerebbero le brame di un mercante di gioielli, due occhi che alla miscela di diamanti e turchesi incastonati nel platino aggiungono la luce continua di un’anima generosa, benevola e dolce».

La descrizione della donna continua con i capelli, l'accento della sua voce... Ma andiamo avanti nella lettura, alcune pagine dopo:

«Rileggendo gli appunti di stamattina noto un errore strano. Nel ritratto che faccio di Guila le attribuisco occhi chiari composti da grigio, argento e azzurro. Eppure, ora che sta sul sedile accanto a me, vedo che ha gli occhi castani. Come ho potuto sbagliarmi così?».

Ed ecco, nella spiegazione dell’errore, il passaggio che più mi ha interessato:

«Ho descritto l’effetto che emanava. Non bisogna confondere gli occhi con lo sguardo. I primi sono materia, il secondo è luce. Gli uni fanno parte del corpo, l’altro viene dall’anima. Guila ha gli occhi marroni e lo sguardo azzurro».

Fra pochi giorni, ad Alassio, dovrò parlare dello sguardo. Mi sembra, questo scritto di Schmitt, un buon punto di partenza.

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