venerdì 11 febbraio 2022

Gondrand, l’Oblato a cui Bernadette confidò il suo segreto


Chi è l’Oblato a cui santa Bernadette scrisse per la prima volta la storia delle apparizioni?

Charles Ferdinand Gondrand nacque a Saint-Siméon-de-Bressieux, diocesi di Grenoble, l’11 giugno 1824, da una famiglia piuttosto povera. Sant’Eugenio scriveva in proposito il 22 ottobre 1853: “Non ho dimenticato che [la sua famiglia] era già molto povera quando l’abbiamo accolto bambino per nutrirlo, vestirlo, prenderci cura di lui ed educarlo per anni e anni”.

Subito dopo l’ordinazione fu inviato al seminario maggiore di Ajaccio dove insegnò filosofia (1847-1848). Padre Magnan, superiore, trova che il giovane professore ha ottime qualità ma troppa fiducia in se stesso. «Ha cuore e buone intenzioni, scrive al Fondatore, ma ha bisogno di maturare un po’ prima che possa essere mandato s insegnare in un seminario”.

Fu così inviato a Limoges, dove il superiore lo trovò molto adatto alla predicazione. Così, nel 1850, p. Gondrand predicò la Quaresima nella cattedrale di Limoges. Il Fondatore scrive a lui e al suo compagno per esprimere loro tutto il suo affetto, invitandoli alla regolarità e allo studio. Il 16 aprile 1850 scrive di nuovo ad ambedue rallegrandosi per i loro successi apostolici e li invitandoli all’umiltà: “Siete giovani, badate che non vi entri in cuore la vanagloria. Lo sapete, perdereste tutto il merito del vostro lavoro”.

Dal 1851 al 1853 è a Marsiglia come professore e predicatore. Il Fondatore gli chiese subito di predicare in occasione della consacrazione del vescovo Allard. «Alla presenza di cinque vescovi e di un uditorio innumerevole», scriveva il Fondatore a padre Tempier, «il 19 luglio padre Gondrand ci diede uno straordinario sermone sull’episcopato, con quel suo prodigioso talento che stupisce tutti”. Ma a padre Tempier non piaceva lo stile oratorio di padre Gondrand, non lo riteneva in linea con la tradizione oblata: “sprazzi di una metafisica incomprensibile che soddisfa solo le orecchie di pochi privilegiati, con gesti e contegno di un commediante”.

Durante l’estate del 1853, padre Gondrand va a casa sua dove è appena morto uno dei suoi fratelli che aveva lasciato una famiglia numerosa nel bisogno. Così chiede la dispensa dai voti per poter aiutare la famiglia. Ma sant’Eugenio gli ricorda: “Devi aver dimenticato i doveri della tua vocazione per credere che i vincoli perpetui da te contratti davanti ai santi altari, e che un giuramento in qualche modo pronunciato tra le mani dello stesso Gesù Cristo, possano essere sciolti per le ragioni che mi esponi [...] Scioglierti dai voti, mai”. Tuttavia lo autorizza a lavorare fuori della comunità oblata, per aiutare la famiglia (tra l’altro il padre è anziano e ammalato), a condizione che viva in spirito di povertà e mantenga i rapporti con il Superiore Generale.

È quello che fa padre Gondrand, mantenendo sempre la corrispondenza con il Fondatore e padre Casimir Aubert, Segretario generale.

Divenuto parroco a Bourgoin (Isère), continua a svolgere il ministero di “missionario apostolico” in quasi tutta la Francia. È in questo periodo che guida gli esercizi spirituali ai sacerdoti della diocesi di Tarbe, incontra santa Bernadette, intrattiene una corrispondenza con lei, che gli scrive, per la prima volta, la storia delle apparizioni.

Dopo la morte del vescovo de Mazenod, padre Gondrand scrisse a padre Tempier il 26 novembre 1861 per chiedere la dispensa dai voti: “Non considerarmi un ribelle che merita i tuoi anatemi, ma piuttosto come una persona sofferente, ancora degna delle tue sollecitudini”. Padre Tempier, allora vicario generale della Congregazione, scrive su questa stessa lettera: “Risposta, 30 novembre, concessa dispensa”.

Dopo Bourgoin, p. Gondrand fu parroco di Saint-Chef (Isère) dove morì nel 1890. Predicò e pubblicò alcuni dei suoi sermoni, in particolare Le Beatitudini evangeliche (Marsiglia, 1881). Dopo la sua morte, i padri Pierre Nicolas e Marius Devès, omi, pubblicarono sette volumi dei suoi discorsi (Parigi, 1897-1901).

Delle sue predicazioni abbiamo ottimi giudizi: «Sondava tutte le profondità evangeliche» (Mons. C.L. Gay, vescovo ausiliare di Poitiers). Le sue «conferenze rivelano il teologo, il l’asceta, il pensatore, lo scrittore» (Mons. Gaspard Mermillod, vescovo di Losanna e Ginevra, poi cardinale). Padre Burfin, omi, considerava gli scritti di padre Gondrand “opere di genio” e padre Charles Baret,.omi, diceva: “Non conosco nella storia un genio creativo come Gondrand”.

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