Signore Gesù,
ti do le mie mani per compiere la tua opera,
ti do i miei piedi per seguire il tuo cammino,
ti do i miei occhi per vedere come tu vedi,
ti do la mia bocca per pronunciare le tue parole,
ti dono il mio spirito perché tu preghi in me.
Soprattutto ti dono il mio cuore, perché tu possa
amare il Padre tuo e tutti gli uomini in me.
Ti dono il mio essere, che tu possa crescere in me, affinché
tu, Signore Gesù, viva, operi e preghi in me. Amen».
Abbiano iniziato la giornata con questa bella preghiera di
p. Mike Rodrigo, un Oblato assassinato in Sri Lanka il 10 novembre 1987. Dopo
essere stato per 20 anni professore nel seminario di Kandy, nel 1975 andò ad
abitare in un poverissimo villaggio interamente buddhista e con un gruppo di
amici si era dato ad aiutare i contadini, a insegnare, a prendersi cura degli
ammalati. Qui fondò un centro di dialogo cristiano-buddista. Perché dalla parte
dei poveri la sua fine era segnata fin dall’inizio. Nel 2013 ho visitato la
minuscola cappellina dove gli hanno sparato e sono stato sulla sua tomba.
Questa mattina, dopo aver pregato con le parole di p. Mike,
abbiamo recitato un’altra preghiera, questa volta di sant’Eugenio… e abbiamo
scoperto la grande affinità:
«Mio Dio, tu mi hai dato l’intelligenza, la volontà, la
memoria, un cuore, occhi, mani, tutti i sensi del mio corpo e tutte le facoltà
della mia anima. Tu mi hai dato tutte queste cose per te, per usarle
per la tua gloria, per la tua sola gloria. Mio Dio, d'ora in poi e per tutta la
mia vita, sarai l'unico oggetto a cui tenderanno tutti i miei affetti, tutte le
mie azioni. Piacerti, agire per la tua gloria sarà la mia occupazione
quotidiana. Voglio vivere solo per te, voglio amare solo te e tutto il resto in
te e per te».
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