giovedì 4 settembre 2025

La "insignificanza" di p. Agostno Iaderosa

Ancora p. Agostino? Sì, se lo merita, perché “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti”. In proposito ecco che mi giunge un’altra testimonianza:

“Davanti a Dio non valgono le tante speculazioni o i grandi discorsi... vale il cuore buono. E quello arriva sempre alla gente. Oggi ho letto quello che p. Agostino scriveva prima dei voti perpetui. Lui si sentiva davvero insignificante... Era l'incontro con Dio Amore che lo aveva fatto riconoscere come identità. Quanti di noi potrebbero dire di sentirsi insignificanti senza il dono di Dio.

Troppe volte attribuiamo alla nostra intelligenza le cose. Ecco perché Dio deve colorare di ferite questi talenti e ci fa passare grandi purificazioni. Perché altrimenti l'io, l'uomo vecchio, ci rovina. Mentre p. Agostino ha fatto prima. Semplicemente si sentiva insignificante”.

Ecco dunque la lettera di richiesta per i voti perpetui, scritta il 26-6-1977:

Scrivo questa lettera per chiedere di fare i voti perpetui nella Congregazione degli O.M.I. Questa realtà, mi pare che ora è giunta al momento della maturazione. (…) Dal momento della fioritura, la chiamata, fino ad ora c’è stato un lungo periodo di crescita e di maturazione. Non sono mancati e momenti della prova ma ho visto che questo è servito a far crescere il mio amore verso Gesù.

Ho sperimentato il suo amore per me: ero un povero ragazzo, Lui mi prese e mi istruì facendomi capire un po’ alla volta i pensieri del suo cuore e il suo disegno su tutti gli uomini. Perciò, ora voglio che la mia vita sia un continuo grazie a Lui. I voti che faccio a Lui, mi sembra che sia il minimo che io possa fare per stare legato a Lui. Perché la castità, in fondo, è avere delle cose, la sua visione; la paventa, l’esser ricchi solo del suo Amore, l'ubbidienza, l'aver dei superiori che manifestano e aiutano a capire la sua volontà. Lui ha dato la sua vita per me, io con il suo aiuto voglio dare la mia per Lui. Facendo parte di questa Congregazione mi pare che Gesù mi chieda di comportarmi gli altri come Lui si è comportato con me. Da povero e insignificante che ero mi ha svelato Se stesso. Ai fratelli a cui mi manderà sono contento di parlare di Lui (specialmente con la mia vita) ai più poveri e ignoranti di Lui”.

Di lui i superiori dicevano:

"... sa ascoltare ma sa anche domandare con amore limpido per la verità, che disarma. È questa attitudine in lui peculiare che lo fa accetto in tutti gli ambienti e rende, nel contatto apostolico, incisivo l'aggancio con le persone. Il contatto è per lui scorrevole e sereno; dà un tono religioso la sua sola presenza. Incide con la sua testimonianza di vita religiosa in comunità e fuori di essa... Sempre sereno. Sa soffrire e portare i pesi altrui. È amico di tutti.

Uomo di preghiera costruisce nel silenzio. Ama la congregazione e il fondatore. Fa della vita di consacrazione la base delle sue scelte. Desidera le missioni estere ... In missione sarà un uomo prezioso, che lega”.


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