La
fontanella è proprio fuori casa nostra. Mi fermo sul cancello a guardare il
piccolo mondo che converge e si disperde. Per il resto passo la giornata con i nostri
giovani, senza avere tempo per altre cose. Mi regalo ugualmente un momento per
pregare con il rosario lungo le stradine d’argilla rossa. Piccole puntate, di
qua e di là.
Ma ho sentito anche
una parola dura, offensiva: “bianco”.
Quasi ti fa vergognare d’essere bianco, ti
fa sentire diverso, un intruso, fuori posto. Deve fare lo stesso effetto ai neri che da noi si sentono apostrofare: “negro”. Interessante, una volta tanto,
essere dall’altra parte.
Una discriminazione
davvero superficiale, a fior di pelle. Non per questa meno dolorosa.
Eppure,
sotto la pelle, c’è un cuore. Se lo scoprissimo…
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj436uSNfGH7jBpVC4b731pinByFOF3IXtjFWqXtFBayiR-7Ooe6d8G3jE27puBTJm-kY56TOkcicyvbe9HGiyYKn-8KRD-xWzJe6NftZCTmGq7YN9pVS8ZE3DuHT2sCiwFN0LPFcdaVQa1/s400/Colbert.jpg)
Non
ha fatto caso al colore della mia pelle, né io alla sua.
Ci
si può scoprire davvero fratelli, perché lo siamo.
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