Alla donna che, secondo la tradizione popolare,
asciugò il volto a Gesù sulla via del Calvario, viene dato il nome di
“Veronica”. Il suo nome si confonde con la “vera icona” che Gesù lasciò
impressa nel suo panno. Dove si trova oggi quella tela? In uno dei quattro
pilastri che sostengono la cupola di san Pietro a Roma, a Monopello in Abruzzo,
nelle città di Jaén e Alicante in Spagna?
La “vera icona” di Gesù, il suo vero volto, è sul
volto degli uomini e delle donne nostri fratelli e sorelle.
L’uomo e la donna, culmine del creato, sono il
capolavoro di Dio. Dopo averli plasmati Dio vide che non solo erano «belli e
buoni» come le altre cose che aveva creato, ma «molto belli e buoni». «Come sei
bella, amica mia», canta lo sposo della sposa (Cant, 1, 15; 4, 1). «Tu
sei il più bello tra gli uomini», le risponde la sposa (Sal 45, 3).
Se la via che conduce a Dio la è bellezza – via pulchritudinis –, la via più sicura,
la direttissima, che ci immunizza da ogni estetismo e da ogni illusione, è
l’altro, il fratello. “Non posso amare Dio che non vedo, se non amo il fratello
che vedo” (cf. 1 Gv 4, 20).
Abbiamo bisogno di “vedere”, la bellezza si vede.
Le sacre icone orientali sono tornate di grande attualità: si venerano anche in Occidente, si continuano a dipingere, o a “scrivere”, come si dice, si riscopre la profonda teologia che esse racchiudono. Ma non dimentichiamo che l’uomo e la donna sono l’autentica e la più bella icona di Dio, la “vera icona”, perché Dio li ha creati a sua immagine e somiglianza (Gen 1, 26-27). Se le icone che veneriamo nelle chiese sono opera di iconografi santi, l’icona dell’uomo e della donna è stata “scritta” da Dio stesso. Nell’opera redentrice Cristo quell’immagine è restituita in tutta la sua bellezza, sulla somiglianza del più bello tra i figli dell’uomo. La bellezza che splende sull’Uomo, il Signore nostro Gesù Cristo, rimbalza dentro colui che la contempla e lo investe e lo trasforma. Paolo l’ha espresso con una frase densissima, nella quale mostra come il raggio della bellezza di Dio prima risplende nella creazione, poi si riflette sul volto di Cristo e infine penetra dentro di noi: «E Dio che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo» (2 Cor 4, 6). Siamo belli della bellezza di Cristo e grazie alla sua bellezza: «E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18).
In questi giorni, sapendo che avrei dovuto preparare una conferenza sulla bellezza, una maestra mi ha scritto: «Anch’io sono stata e
sono ancora conquistata dalla Bellezza. Ma le opere di arte, di tutti i tipi,
sono solo produzione della Bellezza. Quella vera sono le persone. A scuola, in
classe, quando guardo ad uno ad uno i piccoli alunni chini sui lavori o mentre
mi parlano, penso “Com’è bello!”».
Cos’è che fa belle le cose e le persone? La
luce che è dentro di loro – lo Spirito Santo –, che sprigiona da loro e che,
nello stesso tempo, è più grande di loro. Quell’ordine e quell’armonia che
tiene in rapporto d’amore tutte le cose, quella luce che da esse si sprigiona e
le fa apparire belle, è il sigillo di Dio, che è Bellezza.
Cos’è che fa belle le cose e le persone? La luce che è dentro di loro – lo
Spirito Santo –, che sprigiona da loro e che, nello stesso tempo, è più grande
di loro. Quell’ordine e quell’armonia che tiene in rapporto d’amore tutte le
cose, quella luce che da esse si sprigiona e le fa apparire belle, è il sigillo
di Dio, che è Bellezza.