Eccoci ancora all’inizio dell’Anno liturgico. È come la
parabola del cammino della nostra vita e l’Avvento è il tempo per chiederci
dove stiamo andando. Quando si intraprende un viaggio è importante sapere qual
è la meta. Spesso andiamo avanti senza pensare a dove ci sta portando la nostra
strada.
Siamo sempre tutti di corsa, presi da mille cose, oggi come
al tempo di Noè, quando “mangiavano
e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito”. Tutte cose belle e
doverose. Quello che spesso dimentichiamo è “perché” facciamo tante cose, qual
è lo scopo, dove stiamo andando. Sarebbe come se, durante un viaggio,
dimenticassimo la meta e ci perdessimo per strada.
Questo tempo di Avvento ci ricorda che la nostra vita ha un
senso, una direzione, un fine, una meta: l’incontro con il Signore che viene
incontro a noi: “viene il Figlio
dell’uomo”, ci ha detto Gesù nel Vangelo. Sapremo accoglierlo, ci
incontreremo?
Ogni nostro gesto, ogni nostra azione è un passo che ci
avvicina a questo incontro. Non sappiamo quando e come, ma lui viene. E noi lo
aspettiamo con gioia. Per tre volte nel Vangelo di questa prima domenica Gesù
ci chiede di stare svegli e pronti per accoglierlo quando viene.

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