sabato 22 novembre 2025

I cipressi di Loppiano

“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti…”

Chi non ricorda Davanti a San Guido, la poesia di Giosuè Carducci che dialoga con i cipressi di quando era bambino?

Non sono a Bolgheri, ma a Loppiano. Eppure sono altrettanto belli, in fila o solitari, a ciuffi o a boschi. Non mi stanco di guardarli. Sempre su dritti, esili o corposi, invitano ad alzare lo sguardo alto, ad elevarsi al cielo.

Ricordo l’accorata richiesta che Dio rivolge al suo popolo tramite il profeta Osea:
“Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
Io l'esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia” (14, 9).

Mi piaceva l’interpretazione ardita del mio professore di Scrittura a Torino, Dalmazio Colombo. Èfraim identifica la divinità con il cipresso, così bello, saldo, compatto… Allora Dio gli direbbe: lascia stare quell’idolo, pur di farmi amare mi faccio io come un cipresso, mi abbasso fino a farmi il tuo cipresso… Infinita accondiscendenza di Dio che pur di farsi amare e disposto a tutto, anche a farsi come un cipresso.



Nessun commento:

Posta un commento