Ogni due giorni sentiamo gli Oblati delle 10 comunità presenti in
Ucraina. Spesso di devono nascondere per proteggersi dai bombardamenti. Nessuno
di loro ha lasciato le case e le parrocchie; ma rimangono per accompagnare le
persone, per sostenerle moralmente, spiritualmente e materialmente, e spesso
per metterle in grado di rifugiarsi nelle cripte e nelle cantine delle nostre
chiese e case.
A Chernihiv, spesso bombardata sul lato del confine
bielorusso, non solo i parrocchiani ma anche gli abitanti degli edifici vicini
si rifugiano nei sotterranei della chiesa, dove pernottano anche i bambini
piccoli. A Tyvriv, presso il Santuario di Nostra Signora e dei “Martiri per la
fede del 20° secolo”, ha trovato rifugio un folto gruppo di parrocchiani di
Kiev e di altri villaggi più devastati dai bombardamenti. Nel Santuario “San
Giuseppe” viene organizzata davanti al Santissimo Sacramento un'intensa
preghiera per la pace. “In più occasioni nella nostra vita quotidiana e anche
durante le celebrazioni eucaristiche, ascoltiamo le sirene che annunciano
possibili bombardamenti o voli di aerei militari, che seminano grande paura tra
la gente”.
Con loro chiediamo che Dio possa fare un miracolo e darci
la pace.
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