Poi
i particolari, soprattutto due, uno simbolo della morte, l'altro della vita.
Il
monumento funebre della regina di Francia Isabella d’Aragona, morta nel 1271 a
Cosenza nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa in Francia. Quando nel 1700 la
chiesa fu ristrutturata il sarcofago fu spostato e ricoperto con l’intonaco. È
riapparso soltanto con il recente ripristino delle originali forme della
cattedrale.
Ad
occhi chiusi, perché ritratta dopo la sua morte, la regina è in preghiera
davanti alla Vergine col Bambino, in abbandono fiducioso, quasi consegnandosi a
lei ora che il viaggio verso la patria celeste si è abbreviato, senza dover più
passare per la Francia.
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La
sua singolarità consiste tuttavia nella macchia sulla guancia sinistra, segno
della peste. Apparsa improvvisamente durante la peste che aveva invaso la città
nel 1576 – così almeno narra la tradizione – sembrò a tutti che la Madonna
avesse preso il contagio per liberare la città dal contagio: la vita! Così è diventata
patrona della città.
Una
storia che la dice lunga su come la religiosità popolare percepisca la
maternità di Maria nei confronti dei suoi figli.
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