domenica 17 novembre 2024

Un diario che porta in alto


Ancora una volta eccomi a presentare il Diario di Chiara che ho avuto la gioia di pubblicare lo scorso anno. Sono gli Oblati di Bologna che mi accolgono: è la prima volta che visito questa comunità da poco costituita. Ed è un Oblato, Gennaro Cicchese, che conduce l’incontro di presentazione. Un bel  numero di presenti. Si crea un clima di grande ascolto e interesse, di profonda “unità”, come diremmo noi. Alla fine tanti vogliono parlare personalmente: “Avevo proprio bisogno di un tuffo nella spiritualità”, “Ci hai portato in alto”, “Abbiamo respirato aria di cielo”…

Ma non sono io, è il libro di Chiara che parla. Esso nasce dal desiderio di condividere il proprio vissuto. È un’esigenza insita nella sua spiritualità comunitaria dove tutto va condiviso e messo in circolazione. «Mi sembrava – scrive nel 1961 – che ciò che non è utile all’umanità o almeno agli altri non ha valore».

La volontà di condivisione e la destinazione “pubblica” – anche se riservata a un gruppo ben definito come il focolare – potrebbero indurre a pensare che nei diari di Chiara vengano penalizzate l’intimità e la riservatezza proprie del diario spirituale. La comunione e la comunicazione come lei le intende presuppongono invece proprio una personale e profonda esperienza interiore che sola consente l’autenticità del dono di sé agli altri.

Il diario inizia col viaggio in America, il 28 marzo 1964, Sabato Santo. Interminabile il volo aereo da Roma a New York: «Era bello veder il sole sempre splendido, senza tramonto. Ho intuito perché l’eternità si paragoni ad un eterno giorno. Il Canada, che abbiamo attraversato seguendo la rotta, era tutto un gelo. I laghi sembravano, dagli 11.000 m. da cui guardavamo, pozze di latte can­dido. Nel mare le correnti gelate e gli icebergs. Poi sorvoliamo New York, sconfinata… Dapprima costruzioni sempre uguali, così uguali da impressionare. Infine, in fondo, i grattacieli e il porto. All’arrivo, focolarini e focolarine che salutano, distinguibili dagli altri. Sono venuta per loro, perché siano meno soli in questo sterminato paese. […] Di notte è un paese di fate. Inimmaginabile».

In questa prima pagina sono già presenti gli elementi che caratterizzeranno i diari: l’ambiente circostante, sempre colto con ammirazione; il rapporto con le persone e la particolare attenzione per i membri della sua famiglia («Sono venuta per loro, perché siano meno soli in questo sterminato paese»); la lettura profonda di ogni evento («Ho intuito perché l’eternità si paragoni ad un eterno giorno»)… Così lentamente siamo introdotti nel mondo “vero”.

Buona lettura.

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