Matteo Ricci, che
ha dato la vita per il Vangelo in Cina, aveva capito la religiosità di questo
popolo. Pasquale D’Elia, che ha curato l’edizione italiana della Storia dell’Introduzione del Cristianesimo
in Cina, riassume così il suo pensiero: “I testi cinesi, dalle lontane
origini di questo popolo fino all’avvento di Confucio e anche al di là, sono
costanti nel riconoscere all’Imperatore Supremo (Shangdi) o Cielo (Tian) i
principali attributi del vero Dio. Fin da quando Hammurabi regnava in Babilonia
e Abramo lasciava la Mesopotamia, i Cinesi ammettevano che il Cielo o
l’Imperatore Supremo è un Essere unico, personale, intelligente, signore e
dominatore dell’universo, che conferisce e revoca a piacimento il mandato imperiale, che vede e sente tutto, che premia
i buoni e punisce i cattivi, non solo durante la vita presente ma anche dopo la
morte”.
lunedì 6 maggio 2013
La religiosità del popolo cinese
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