La casa di p. John |
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Oggi abbiamo celebrato anche un’altra festa, i 40 anni di sacerdozio di p.
John. Da quando venne in Hong Kong nel 1985 iniziò
a visitare i prigionieri vietnamiti, poi quelli nelle prigioni di Lantau dove
gli Oblati avevano una parrocchia.
Gli anni
più belli li ha passati in Cina (2001-2008), a Zhaoqing, la stessa città dove si trovava Matteo Ricci. Lì ha
lavorato moltissimo per i bambini disabili. In Cina ci sono 83 milioni di
handicappati (molto più di tutti gli abitanti dell’Italia) che hanno bisogno di
aiuto.
Dopo
essere stato espulso dalla Cina, dal 2009 svolge il ministero di cappellano
delle carceri a tempo pieno a Hong Kong.
Sulla piccola
porta del palazzo dove p. John vive, si alternano stabilmente, una dopo l’altra,
donne di strade. Quella che troviamo quando arriviamo ci saluta cordialmente. “È
la mia guardia del corpo”, dice padre John. Saliamo su scale strette. Alle porte
degli appartamenti, davanti ad altarino con le immagini degli antenati, bruciano
bastoncini d’incenso. Il suo piccolo appartamento è stato abusivamente diviso tra
quattro inquilini. Lui occupa una stanza piccola piccola, ed è tutta la sua
casa: il letto, un tavolino, un paio di sedie, le sue carte, i panni a stendere
davanti alla finestra… Lì riceve i poveri, i tossicodipendenti, li invita alla
sua mensa…
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Il sabato va
nel settore carcerario di un ospedale, dove in genere sono ricoverati decine di
uomini e donne. Stringe la mano a tutti, dà la benedizione di Gesù… “Sono
pochissimi i cristiani, ma parlo ugualmente a tutti di Gesù e racconto le sue storie,
di quando si prendeva cura della gente. Ho preparato un libretto molto
semplice, in cinese, inglese, spagnolo e vietnamita, con alcuni episodi
evangelici e dei disegni. Presto sarà stampato in hundi, indonesiano, tagalog,
urdu. Ho pubblicato anche altri due piccoli libri intitolati La Bibbia semplice, con testi
dell’antico e nuovo testamento. La Bibbia, per questa povera gente, è troppo
complicata. Ai musulmani che me lo chiedono provvedo copie del Corano e di
altri libri che mi procure alla moschea. Quest’anno il giovedì santo ho lavato i
piedi a 100 carcerati. A Pasqua, quando un detenuto ha visto la foto del papa
che lavava i piedi ai carcerati mi ha detto: Perché anche tu non ci hai baciato
i piedi come il papa. La prossima volta, gli ho risposto”.
Thank you Fabio for this lovely report.
RispondiEliminaGod bless you!
John W