Mi sembra una felice coincidenza che
la prima lettura dell’Ufficio di oggi riporti il racconto di Mosè che, durante
la battaglia con gli Amaleciti, sale sul monte e prega per il suo popolo;
poiché non si stanca di tenere le braccia alzare, Aronne da una parte e Core
dall’altra gliele sostengono…
Arriviamo due ore prima dell’udienza
del mercoledì: sarà l’ultima di questo papa. La piazza è già piena, ma troviamo
facilmente posto. Poco dopo si siede accanto a me una ragazza che si presenta.
Viene dalla Svezia. “Sei a Roma in vacanza?” le domando. “No, sono arrivata
ieri per partecipare all’udienza. Domani riparto. Mi ero proposta di venire a
Roma quando il papa sarebbe morto, ma questo papa non muore, allora sono venuta
a salutarlo per l’ultima volta”. Durante l’udienza la vedo piangere; non è la
sola.
Piazza san Pietro e via della Conciliazione questa mattina sono una
espressione di questo corpo vivo, di questa fraternità sincera: un unico
abbraccio al Papa che non abbandona la croce - come ha proclamato al mondo
intero -, ma resta in modo nuovo presso il Signore Crocifisso.
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