Sr. Mary Joseph davanti al suo monastero |
È nevicato tutto il santo giorno. Partiamo da Vilnius con
un nevischio fine fine. La città è ammantata da una nebbiolina che sfuma i
grattacieli lasciandoli indefiniti nella loro ascensione. Poi l’autostrada col
nevischio che svolazza basso disegnando sull’asfalto giochi di fantasia.
All’orizzonte il biancore dei campi
innevati si confonde imprecisato con quello del cielo.
Giungiamo a Paštuva, in aperta campagna. Gli alberi neri
del bosco si sono fatti ancora più neri.
Il monastero delle Carmelitane si raggomitola su di sé
per difendersi dal freddo e dalla neve. Passiamo la giornata con le monache,
nella sala d’incontro, nella chiesa, nel refettorio e ovunque, dalle grandi
finestre, irradia la luce e posso contemplare la neve che scende silente e
calma: è come scendesse una pace profonda.
Sono stato qui sette anni fa. Allora una giovane in
visita al monastero mi aveva chiesto cosa fare per scoprire la propria
vocazione. Oggi me la ritrovo lì, in abito carmelitano, alla vigilia della sua
professione perpetua. Mi dice che allora l’ho ben consigliata…
A metà pomeriggio riprendiamo il viaggio per strade di
campagna completamente innevate.
La neve continua a scendere e a sfumare gli orizzonti
appena ondulati di boschi e campi. I rari villaggi che incontriamo sono case di
legno dai colori vivaci, le più adatte per affrontare i freddi inverni. Ai
crocicchi delle strade le grandi croci scolpite
nel legno con scene evangeliche o le alte steli con le statue della
Madonna o dei santi, sempre in legno, testimoni di una fede antica. Visioni
surreali.
Si è
ormai fatto sera quando giungiamo a Šiluva.
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