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La regina Ravalona Ia |
Gli Oblati sono in Madagascar da 32 anni, ma prima di loro, nel 1832… era
già arrivato sant’Eugenio de Mazenod. Non proprio lui, ma un suo amico e
compagno di seminario, Henri de Solage. Nato da un ufficiale francese, due anni
dopo fu portato in Inghilterra, da dove era originaria la mamma. Nel 1805, a 19
anni, tornò in Francia con il papà. Sant’Eugenio vi era tornato tre anni prima,
all’età di 20 anni. I due si incontrarono a Parigi, in seminario, dove, assieme
ad un terzo amico, Forbin-Janson, sognavano le missioni e il martirio. Tutti e
tre divennero vescovi.
Nominato prefetto apostolico dell’isola Bourbon (l’attuale isola della
Riunione), vi giunse il 7 gennaio 1831. L’anno seguente si imbarcò per il
Madagascar dove, da 150 anni, non aveva più messo piede un prete cattolico. I
Vincenziani, vi si erano recati nel 1660, furono regolarmente decimati dal
paludismo e il 1674 segnò la fine della loro presenza. Nel 1800 arrivano
finalmente gli Anglicani che inventano un sistema alfabetico per la lingua
malgascia. Nel 1828 pubblicano il vangelo di Luce e nel 1835 l’intera Bibbia,
primo monumento nazionale della lingua malgascia.
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Henri de Solage era partito per il Madagascar, come aveva scritto al papa
Gregorio XVI, per “prendere possesso del Paese e vedere come poter introdurvi
la fede”. Arrivo a Tamatave il 17 luglio 1832. Gli ci volle un giorno intero
per trovare alloggio e molti giorni per rimettersi dalle fatiche del viaggio in
un clima che si rivelava davvero difficile. Scrisse alla regina Ravalona Ia per
spiegare le sue intenzioni e per essere ricevuto a corte, nella capitale. Non
sapeva quanto ella fosse avversa ad ogni “invasione” straniera. In attesa della
risposta che non arrivava, si mise in cammino. La regina impartì l’ordine che
non gli fosse dato nessun aiuto. Nessuno osò disobbedire. Così Henri de Solage
morì solo, di paludismo, di fame, di sete, di stenti, l’8 dicembre 1832.
Avvolto in una coperta fu sepolto da alcuni giovani. Il corpo fu rinvenuto
soltanto nel centenario della morte.
Le sue reliquie furono trasportate a Tananarive dove è venerato come il
primo missionario cattolico che aveva tentato di aprire la strada degli
Altipiani ai pionieri della Chiesa cattolica in Madagascar. Era guidato dalla
passione apostolica che aveva coltivato in seminario assieme agli amici Eugenio
de Mazenod e Forbin-Janson.
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