Gli Oblati mi raccontano delle loro
missioni, mi danno le foto dei loro posti e della loro gente. Io parlo della
nostra vocazione, “indubbiamente la più bella, perché la stessa di quella di
Gesù”, come direbbe sant’Eugenio. A sera mostro a mia volta le mie foto e li
porto in giro per il mondo a conoscere i luoghi d’origine degli Oblati e della
loro missione nei diversi continenti. Abbiamo una storia comune da raccontarci,
quella che lo Spirito ha disegnato per noi; abbiamo un passato meraviglioso a
cui occorre sempre tornare per ritrovare l’ispirazione originaria; abbiamo un
presente ricco di esperienze e di difficoltà; abbiamo dunque un grande futuro.
Al termine dell’adorazione ognuno mi
è passato davanti, ad ognuno ho imposto le mani, ho invocato l’amore di Dio, l’unico
amore che pure si manifesta per ciascuno in modo diverso. A cena la festa di
Natale, preceduta dal perdono reciproco: ognuno ha spezzato con l’altro il pane
del perdono e si è abbracciato. Inizia poi la sfida tra polacchi e malgasci con i canti di Natale.
Naturalmente vincono i polacchi, sono imbattibile, ne hanno troppi. Infine i regali, a chiusura del tempo di
Natale. Torneranno presto alla loro missione… uniti nello stesso lavoro, come
dice la sapienza malgascia: “Il mondo è come una grande risaia: il lavoro porta
i suoi frutti grazie all’impegno di tutti”.
Anch'io posso andare per il mondo con queste splendide foto e respiro l'atmosfera di una comunità che ama .Il Signore ricompenserà del bene che ci fa il vostro blog Grazie
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