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Tra i suoi numerosi scritti da Roma:
In città io ci vedo solo gli apostoli, i martiri, i santi confessori di tutti i tempi: non esiste angolo di Roma che non sia un monumento di fede e di devozione. La casa in cui son venuto per caso ad abitare, è stato il santuario dove per 25 o 30 anni il cardinal Tommasi ha praticato tante virtù da farlo entrare nel numero dei beati: l'ha santificata con la sua presenza, e la sua stanza c'è tuttora. Non vi ho pure ritrovato il ricordo, il busto e il corpo stesso sepolto in chiesa di quel santo sacerdote, di cui hai sentito parlare così spesso, il grande servo di Dio Bartolomeo Zinelli che fu mio maestro a Venezia ed è morto in odore di santità sotto questo tetto? Qui si ritrovano tutti i santi, da S. Pietro fino al beato Benedetto Labre e ad altri più moderni.
Nella casa dei Lazzaristi mi trovo benissimo: a due passi dal Quirinale dove risiedeva il Papa Pio VII. Questa è la parte più alta della città: dalla mia finestra lo sguardo spazia su tutti i begli edifici che racchiude, distinguo le chiese, le case, financo le strade. L'aria è magnifica.
Rientro a mezzogiorno e mezzo; mangio perché sono a stomaco vuoto, dato che a Roma venerdì e sabato dell'Avvento son giorni di digiuno obbligatorio… Qui i giorni di digiuno sono giorni di penitenza, specialmente per i Provenzali che, nonostante ogni sforzo, non possono mandar giù l'olio pessimo in uso a Roma. Durante le Quattro Tempora si osserva lo stretto magro con proibizione di uova e latticini, ed io ho ringraziato il Signore di non essermi avvicinato a quell'olio orrendo, contentandomi a pranzo di un pezzo di pesce bollito su cui ho spremuto mezzo limone.
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