Nell’ambio del giubileo dei sacerdoti questo pomeriggio,
nell’Auditorium di via della Conciliazione, si è tenuto un programma incentrato
sulla pastorale delle vocazioni e sulla formazione nei seminari. Dieci esperienze
da tutto il mondo, una più bella dell’altra.
Che festa!!! Una sala esplosiva, con una gioia che non si
conteneva, espressa in canti spontanei e coinvolgenti, battute provenienti
dalla sala, improvvisazioni… Il titolo dell’incontro “Sacerdoti felici” esprimeva una realtà.
Il cuore dell’incontro, oltre al breve e intenso saluto del
card. Lazzaro, in qualità di prefetto del Dicastero per il clero, è stata la
presenza del Papa.
Mi hanno preso soprattutto le prime parole, quando
riprendendo la frase evangelica a tema dell’incontro – «Vi ho chiamato amici» (Gv
15,15) – ha detto che queste parole di Gesù «non sono soltanto una dichiarazione
affettuosa verso i discepoli, ma una vera e propria chiave di comprensione del
ministero sacerdotale. Il sacerdote, infatti, è un amico del Signore, chiamato
a vivere con Lui una relazione personale e confidente…». Tutto il discorso è
stato a commento di questa amicizia con il Signore. Il dialogo improvvisato con
la sala è stato speciale…
Inaspettato, alla fine, l’invito che mi è stato rivolto a salutare personalmente il Papa in qualità di “consultore” del Dicastero, insieme agli altri che vi lavorano.
È la terza volta che vedo il Papa: la prima quando si è affacciato
alla loggia di San Pietro subito dopo l’elezione; la seconda alla
concelebrazione per l’inizio del suo ministero. Mai avrei immaginato che la
terza volta avrei potuto incontrarlo a tu per tu. Pochi momenti, eppure mi ha
dato l’impressione di una persona straordinaria, semplicissima, profonda, solare.
"Cosa ti ha detto?" mi hanno subito chiesto. Per la verità non
mi ha detto niente. Sono stato io a dirgli qualcosa. Prima di tutto che sono un
Oblato di Maria Immacolata, e subito mi ha sorriso: tra l’altro in Perù ha
ordinato vescovo un nostro Oblato… Poi gli ho detto che ero contento di
potergli esprimere la mia unità. Infine, facendo eco al suo discorso, ho detto
che sono un amico di Gesù, ma subito, rendendomi conto che stavo esagerando, mi
sono corretto, dicendo che comunque vorrei essere amico di Gesù… Ho avvertito un’intesa
profonda.
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