Oggi ho iniziato a scrivere un nuovo libro. Su cosa? Sulla vita
religiosa. No! Ancora? Da non credere! Ci sono libri che uno scrive così,
perché gli vengono, come l’ultimo, Il cielo dentro di me. E ci sono libri che uno è precettato a scrivere. Avevo giurato che
non avrei mai più scritto sulla vita religiosa, e invece eccomi ai lavori
forzati. E devo scriverlo anche in poco tempo (come al solito!).
Ispirato dall’Avvento, ho iniziato così:
La vita consacrata ha intrapreso la sua corsa agli albori del
cristianesimo. Tanti dei suoi membri hanno felicemente raggiunto la meta e da
lì incitano i nuovi “atleti”. A questi – le persone consacrate di oggi –,
ancora in cammino, mi sembra si addica l’invito della Lettera agli Ebrei: «Circondati
da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il
peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta
davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede
e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi,
si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del
trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé
una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi
d'animo» (12, 1-3).
Come attorno alla pista stanno gli spettatori che fanno il tifo per
l’uno o per l’altro atleta, così anche noi siamo circondati da una miriade di
spettatori, tutti quelli che hanno già superato le prove della fede. Sono i
nostri fondatori e fondatrici, i loro primi compagni e compagne, i nostri santi
e sante, le anime grandi che hanno fatto la storia dei nostri istituti. Non si
tratta dei soliti fans che incoraggiano con il loro entusiasmo, ma di
testimoni, di fratelli e sorelle di fede i quali, avendo vittoriosamente
attraversato le nostre stesse prove, con il loro esempio ci spronano, dandoci
la certezza che anche noi possiamo raggiungere il traguardo.
Protesi verso la metà non è bene perdere troppo tempo ad analizzare a quale
punto siamo nel nostro cammino. Abbiamo cose ben più importanti da fare che non
stare lì a guardarci; abbiamo da adorare, lodare, intercedere presso Dio,
servire
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