Nel Vangelo della prima domenica di Avvento Gesù, dopo aver fatto vedere tutto il male del mondo e le difficoltà dei tempi, ha rivolto un invito
ai discepoli: “Alzate lo sguardo!”.
Mi sono ricordato di quanto avevo scritto in merito anni fa leggendo di
Gesù che camminava sulle acque.
I discepoli erano in brutte acque, letteralmente. Il lago era in
tempesta. Gesù andò loro incontro, camminando sulle acque. Lui
poteva permetterselo, era il Figlio di Dio! Ma noi? Possiamo noi camminare
sulle acque, affrontare con altrettanta sicurezza le tempeste, i momenti duri, le prove?
Era l’estate del 1955, quando imparai ad andare in bicicletta. Ad
ottobre sarei dovuto iniziare ad andare a scuola, la prima elementare, in bicicletta. Fu facile imparare. Bastò
che invece di guardare la ruota della bicicletta guardassi in avanti.
Pietro invece, mentre iniziò a camminare sulle acque per andare
incontro a Gesù, si impaurì e abbassò lo sguardo, cominciò a guardare dove metteva i piedi.
Guardava le onde minacciose invece di guardare Gesù che lo chiamava a sé. E
affondava.
Non posso guardare le difficoltà piccole o grandi che si sollevano come
onde di tempesta. E neppure me. Mi verrebbe da scoraggiarmi e colerei a picco. Bisogna alzare lo sguardo.
È consentito un grido soltanto, lo stesso che si permise Pietro:
“Signore, salvami!”. Ma per dire quelle parole dovette alzare lo sguardo e
fissare Gesù: era già salvo!
Nessun commento:
Posta un commento