Aquila e Priscilla: questa coppia cristiana costituisce
un’eccezione? Piuttosto è l’esempio della novità che il cristianesimo ha
portato nella vita coniugale. In una società che ammetteva il divorzio e
tollerava le relazioni extraconiugali, il matrimonio cristiano esige l’indissolubilità
e la fedeltà. Non solo, ma come scriveva Aristide nella sua Apologia, «i cristiani si astengono da
ogni unione illegittima e da ogni azione impura» (15, 6). La santità coniugale
perseguita nei primi secoli non si limita comunque alla fedeltà reciproca. I
Padri della Chiesa propongono mete alte ai coniugi. Da loro si richiede una
autentica comunione spirituale, quale espressione e compimento dell’amore
reciproco. Il loro stato di vita viene dichiarato santo e la loro unione
garantita dalla presenza di Gesù in mezzo a loro: «Chi sono i due o i tre
riuniti in nome di Cristo, in mezzo ai quali sta il Signore? - si domanda Tertulliano
- Non sono forse l’uomo, la donna e il figlio dal momento che l’uomo e la donna
sono uniti da Dio?». Il matrimonio cristiano raggiunge così una dignità
incomparabile: «Là dove vi è una sola carne, vi è un unico spirito».
Sempre Tertulliano, nella lettera alla moglie, descrive
il rapporto tra i coniugi cristiani: «Essi sono fratelli l’uno per l’altro e si
servono reciprocamente; nessuna distinzione fra carne e spirito. Anzi sono
veramente due in una carne sola e dove la carne è una è uno anche lo spirito.
Insieme pregano, insieme s’inginocchiano ed insieme digiunano; l’uno insegna
all’altro, l’uno esorta l’altro, l’uno sostiene l’altro. Sono uguali nella
chiesa di Dio, uguali al banchetto di Dio, uguali nelle angustie, nelle
persecuzioni e nelle consolazioni. Nessuno ha segreti per l’altro, nessuno
evita l’altro, nessuno è per l’altro di peso. Con libertà visitano i bisognosi
e sostengono i poveri. Le elemosine sono senza tormento e i sacrifici senza
scrupoli, la diligenza quotidiana non ha impedimento. Il segno di croce non si
fa di nascosto; la lode non è timorosa, la benedizione non è silenziosa; i
salmi e gli inni cantano a due cori e fanno a gara per cantare meglio al loro
Dio. Cristo vede questo e nell’ascoltare gioisce. A loro manda la sua pace».
Allo schema tradizionale della famiglia in cui l’uomo è
capo e padrone indiscusso, si sostituisce l’immagine della chiesa domestica,
dove regna la carità, la concordia, il camminare insieme verso Dio. Basterà
ricordare alcuni insegnamenti di Giovanni Crisostomo: «la casa diventi una
chiesa (…). Vi riposi la grazia dello Spirito Santo e ogni pace e concordia
difenda gli abitanti». «Gli sposi facciano qualsiasi cosa come se avessero una
sola anima e fossero un solo corpo. Questo è il vero matrimonio, quando così
grande è la concordia tra di loro, quando così sono concatenati tra di loro dal
vincolo della carità».
Assistiamo al passaggio dal concetto di patria potestas a quello di paterna pietas: non è più lecito
l’aborto, l’esposizione dei neonati, la vendita dei bambini. «Ogni padre di
famiglia - scrive Agostino - si senta impegnato, a questo titolo, ad amare i
suoi con affetto veramente paterno. Per amore di Cristo e della vita eterna,
educhi tutti quelli di casa sua, li consigli, li esorti, li corregga, con
benevolenza e con autorità». E Giovanni Crisostomo: «Io non cesso di esortarvi
di pregare, di supplicarvi che prima di ogni altra cosa voi curiate per tempo
l’educazione dei vostri figli. (…) Alleva un atleta per Cristo. (…) Ciascuno di
noi, padri e madri, come i piccoli che noi vediamo lavorare ai loro quadri,
alle loro opere con grande attenzione, presti tutte le sue cure a queste
ammirabili opere d’arte».