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L’aveva
scritta dalla Corsica dove si trovava per le operazioni di guerra. Di quel
periodo avevamo soltanto una delle molte lettere che scriveva a casa,
indirizzandole sempre alla mamma.
In questa
del 30 gennaio mandava una foto che però è sparita.
Il
ritrovamento della lettera è opera di Andrea Godi, mio cugino, appassionato di
antichità.
È stato
un tonfo al cuore vedere sulla busta la calligrafia del babbo, invariata lungo
tutta la sua vita, mentre la lettera è scritta a macchina come ha sempre fatto.
L’intestazione è tipica: Pace e Bene, WWW Cristo Re. E la firma: Leonello T[erziario]
F[rancescano]
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Perché
questa è stata una costante di tutta la sua vita militare, trovare le chiese e i
luoghi più santi dove poter andare a messa e pregare, e trovare gruppi di
giovani con i quali condividere la sua fede.
Già
da allora si esercitava a raccogliere e conservare nel cuore «una frase in una
predica, un ricordo in una gita, un pensiero in un libro. C’è sempre qualcosa
che si ricorda in modo particolare ed allora teniamolo in mente, ricordiamolo
spesso».
Chissà
che con questa lettera non voglia dire anche a noi di custodire in cuore le
cose belle…
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