16 luglio 1949. Ogni anno ricordiamo quello straordinario
patto di unità che aprì le porte del Cielo.
Oggi lo abbiano ricordato assieme alla comunità di Roma e al
card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Gli ho
donato il mio piccolo libro che narra di quell’evento lontano nel tempo e
sempre vivo. Un piccolo libro – Viaggiando il Paradiso. L’esperienza di luce
nel Paradiso’49 – che inizia così:
«Tutte queste carte che ho scritto valgono nulla se l’anima
che le legge non ama, non è in Dio. Valgono se è Dio che le legge in lei».
Queste parole, scritte da Chiara Lubich il 25 luglio 1949, costituiscono la
cifra interpretativa di un suo libro, che ha intitolato Paradiso ’49, nel quale narra la sua esperienza di luce iniziata
una decina di giorni prima, il 16 luglio, e che si protrarrà per un paio di
anni. È una legge elementare per la comprensione d’ogni opera: portarsi al suo
stesso livello. Per capire il Paradiso
’49 in maniera adeguata, è indispensabile condividere l’esperienza
della sua Autrice e quasi entrare con lei in quel “Paradiso” di cui il libro dà
testimonianza. (…)
Il “viaggio in Paradiso” inizia quando lo Spirito Santo pone
sulle labbra la parola “Padre”: «Ho
avvertito uscire dalla mia bocca spontaneamente la parola: “Padre”. E in quel
momento mi sono trovata in seno al Padre». Così Gesù ci ha insegnato a
pregare: non una formula, ma la scoperta di essere amati da Dio al punto da
essere davvero suoi figli. E dove possono abitare i figli se non nella casa del
Padre?
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