Un papa con l’odore delle pecore

Dalle parole ai fatti.
E i fatti sono celebrare ogni giorno
con i dipendenti vaticani, a cominciare dagli spazzini; sedersi all’ultimo
posto nella cappella, tra i fedeli, in attesa dell’ora della messa; uscire
dalla chiesa di santa Marta per salutare la gente.
I fatti sono scendere dalla
camionetta per abbracciare un paralitico, mettere il ciuccio in bocca a un
bambino che piange impaurito, lavare i piedi ai giovani detenuti di Rebibbia. Gesti
che non si improvvisano, ma che gli sono diventati abituali nel lungo esercizio
di una vita.
Scendere dalla camionetta e
abbracciare un ammalato non è un gesto teatrale, ma l’abitudine e la
familiarità con i poveri.

Lavare i piedi e è un gesto che
tutti i preti ripetono il giovedì santo, ma impressiona come lui li ha lavati,
come li ha baciati, con quanto amore e affetto ha guardato uno ad uno i
ragazzi. Gli stessi gesti e gli stessi sguardi che rivediamo su alcune foto di
quando, da vescovo, lavava i piedi agli ammalati di AIDS.
Sono gesti, questi, che parlano più
delle parole, o che danno sostanza alle parole.
Abbiamo un papa che ha addosso l’odore
delle pecore.
Io spero solo che tutta questa folla che lo acclama prenda esempio ...nei fatti. A cominciare da me. Ciao p. Fabio
RispondiElimina