Oggi,
domenica delle Palme, sono qui a rivivere quell’evento. Non è rimasto nessun
documento su come fo vissuto ad Aix quella giornata del 1816, ma non fu
certamente più bella di quella di oggi. La chiesa è ancora un centro di
spiritualità e di fede, dove le persone vengono a confessarsi da tutta la
città, dove si svolgono liturgie vive e semplici, con grande partecipazione. La
pioggia ci ha impedito di uscire fuori per la processione con gli ulivi, ma si
è fatto ugualmente festa, cantando al Signore che viene.
Ieri
sera, quasi a festeggiare la mia venuta (così almeno la mia interpretazione),
nella chiesa si è tenuto un concerto corale. La chiesa e il suo chiostro sono
infatti un punto di convergenza anche culturale e artistico, oltre che
spirituale.
Sant’Eugenio,
dalla sua nicchia, si gode lo spettacolo come duecento anni fa. C’è infatti la
sua statua ufficiale, moderna, ma ce n’è anche una antica, dove è “mascherato”
da san Rocco. La Rivoluzione francese non tagliava soltanto le teste a uomini e
donne, ma anche alle statue dei santi. Così, nella chiesa delle Carmelitane,
aveva tagliato le teste anche alla statua di san Rocco. Quando sant’Eugenio
iniziò a restaurare la chiesa gli amici misero una testa nuova a san Rocco,
ritraendo il giovane zelante Eugenio de Mazenod…
Hai
vogli a tagliare le teste ai santi… rispuntano sempre! Anzi è santi si
moltiplicano!
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