P. Jean Drouart, chi lo
ricorda ancora? Un grande Oblato. Sulla rivista “Oblatio” pubblico lo schema di
un ritiro che ha dato verso la fine della vita. Questo mi ha offerto l’occasione
di ripercorrere il suo cammino.
Nato il 16 agosto
1911 in Francia, emise i voti temporanei il 15 agosto 1929, rinnovati anche durante
il servizio militare in Siria (1933). Interessanti le note redatte dal suo superiore
poco dopo l’ordinazione sacerdote a Roma il 14 luglio 1935:
«Padre Drouart (...)
è un lavoratore assiduo, sempre di buon umore; ha modi educati, veste in modo
pulito e senza fronzoli: un gentiluomo; energico, gentile, calmo, piacevole:
buon carattere; intelligenza superiore alla media, acuta, penetrante; si
esprime facilmente con un linguaggio corretto, chiaro, semplice; giudizio
giusto ed equilibrato, tatto nei rapporti; grande spirito di fede, pietà
sincera e profonda; compagno pieno di premura e delicatezza; è molto stimato ed
esercita una grande influenza sui suoi compagni, un'influenza che sa rimanere
discreta; modello di regolarità e di sottomissione; è un ottimo religioso;
soggetto d'élite».
Durante la guerra del
1939-1945 fu mobilitato e internato in Germania. Nel 1947 fu chiamato a Roma
come Superiore dello Scolasticato Internazionale. Trascorse praticamente il
resto della sua vita alla casa generalizia: superiore dello Scolasticato dal
1947 al 1954, assistente generale dal 1953 al 1966, segretario della segreteria
informativa nel 1967-1972. Per un breve tempo è stato maestro dei novizi a
Sarita, in Texas, (1972-1973) e ha trascorso il resto della vita viaggiando
come animatore spirituale per ritiri, sessioni di studio, esercizi spirituali,
soprattutto nei noviziati e negli scolasticati della Congregazione.
Sempre in viaggio, da
un Paese all'altro - parlava francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco,
portoghese e polacco -, comunicava il suo entusiasmo con la massima semplicità
e un grande spirito di preghiera. La sua pazienza e la sua resistenza
sembravano illimitate.
Morì l'11 novembre
1989. Nell'omelia, padre Ernest Ruch delineò tre caratteristiche del padre: «La
prima immagine è quella sonora: è la risata schietta e risonante del Padre...
La seconda immagine è quella di due occhi che ti guardano con una franchezza
quasi ingenua, con una gentilezza disarmante, e allo stesso tempo con una
fermezza radicata nella certezza della fede. C'era in quello sguardo la
continua meraviglia di un bambino, l'entusiasmo della giovinezza e tutta la
saggezza di una grande maturità frutto di preghiera... Terza immagine: padre
Drouart durante la meditazione del mattino o la preghiera della sera. Immobile,
senza un libro, senza una parola, in ascolto del Signore. È da qui che traeva
la sua gioia, la sua saggezza e la sua instancabile gentilezza e disponibilità.
Nella sua guida spirituale non mancava mai di sottolineare l'importanza
fondamentale della contemplazione silenziosa».