Ormai più di un mese fa, di ritorno da St-Laurent-du-Verdon,
ci siamo fermato a Barjols, un bel paese dove i Missionari di Provenza avevano
fatto una missione nel 1818.
Ieri, di ritorno da St-Denis, ci siamo fermato a Grans, dove
ci fu la prima missione, nel 1816. Cinque settimane intere, sall’11 febbraio al
17 marzo. Erano in quattro. Andò anche la mamma di sant’Eugenio! P. Tempier era
rimasto a Aix per portare avanti il gruppo dei giovani. Il Fondatore lo
aggiorna: “Non abbiamo il tempo di mangiare e nemmeno di dormire…”. Al padre,
ancora in Sicilia, scrive: “Non avevo mai visto miracoli. Adesso non posso più
dirlo! Era un popolo abbandonato, completamente smarrito, la fede spenta. Si
conosceva Dio solo per bestemmiarlo… Ebbene, la missione ha cambiato tutto. Siamo
in quattro a confessare e i confessionali sono assediata dalle tre del mattino.
Siamo restati a confessare fino a 28 ore di seguito!
Una volta terminata la missione, i missionari tornarono
altre quattro volte in paese, per portare avanti il lavoro. La gente cominciò ad
andare fino a Aix per incontrare i missionari e confessarsi da loro: otto ore
di camminata ad andare e otto a tornare!
Abbiamo celebrato nella messa del paese e dopo la messa
siamo stati all’entrata del paese dove è ancora la croce piantata in quel 1816.
Il segreto sta forse in un nota bene che sant’Eugenio scrive
alla fine di un a lettera a Tempier: “P.S. Tra noi, missionari, siamo ciò che
dobbiamo essere, ossia abbiamo un solo cuore, una sola anima, un solo pensiero;
è ammirevole! Le nostre consolazioni sono, come le nostre fatiche, senza eguali”.

























