Le nubi si adagiano
sulle colline toscane e le nebbie scendono tra le valli sfumando gli orizzonti.
Nel bosco il solo rumore è quello delle foglie che cadono frusciando tra i rami.
Gli aceri rossi e gialli segnano la stagione di mezz’autunno. Nessun senso di
fine, ma di compimento.
L’eremo di Lecceto
è nascosto, in silenzio, luogo adatto per gli esercizi spirituali che da lunedì
mattina e per tutta la settimana sto guidando a trenta sacerdoti, alcuni di
loro religiosi. Una buona metà è della diocesi di Firenze, gli altri spaziano
per tutta Italia.
Il convento, con la
sua bella chiesa, risale al 1500, costruito dai Domenicani di san Marco di Firenze come loro luogo di ritiro. Poi divenne sede estiva del seminario di
Firenze, ed oggi è gestito dal Sacramentini, con p. Manuel come superiore…
amici di gioventù, e gli amici non invecchiano mai!
Il tema è uno dei
miei abituali: "Il cenacolo, la nostra casa". Dove meglio che nel cenacolo
possono riunirsi questi trenta preti? Lì sono nati e lì devono costantemente
tornare come luogo ispiratore. Quanto
avvenne in quella sala 2000 anni fa è realtà quotidiana della nostra vita
cristiana, che si attualizza nei secoli, di generazione in generazione, fino a
quando sederemo a mensa in Paradiso e berremo il vino nuovo tenuto in serbo per
noi.
Siamo saliti nella “sala al piano superiore” assieme a papa Francesco che, lunedì 26
maggio 2014, in visita a Gerusalemme, seppe riassumere in poche parole l’intero
mistero racchiuso nel cenacolo: «Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli
Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese
con potenza su Maria e i discepoli, qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita.
Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli
occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore. Gesù risorto, inviato dal Padre, nel
Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con la sua forza li
inviò a rinnovare la faccia della terra (cf. Sal 104, 30). Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa
in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito
le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso».
E noi ci stiamo ricordando parole e gesti del cenacolo…