sabato 5 aprile 2025

Semplicemente: "il missionario"

Qualche volta accompagna una persona a Roma. Le porta pacchi e valigie, aspetta con pazienza in piedi tutto il tempo voluto dall’altro, e sempre con grazia. “Dovere!”.

Rialza da terra un bambino spaurito e in lacrime e lo porta alla mamma un po’ lontana, magari tenendolo in braccio e accarezzandolo finché la mamma non abbia finito un lavoro urgente.

Si priva della frutta per portarla ai bambini e racconta loro delle novelle per tenerli buoni.

Se accompagna una persona anziana o sofferente, le dà delicatamente il braccio, va piano per non stancarla, fermandosi di tanto in tanto, portando lui stesso quanto necessario. Porta il tabacco ai vecchi, si presta a cercare gli oggetti smarriti…

È il padre buono. Anzi, per tutti è semplicemente “il missionario”: lo chiamano così.

Giorno di festa. Ha terminato la terza messa in campagna. Naturalmente non aveva preso nulla con sé da mangiare. Una famiglia amica lo invita in casa e la signora gli prepara una tazzina di caffè con un uovo con tre cucchiaini di zucchero. Per quanto sbatta, l'uovo non cresce. C'è poco zucchero, pensa la signora: e giù un altro cucchiaino di zucchero, poi un altro e un altro ancora, fino a sette. Senza fretta, p. Armando, un cucchiaino dopo l'altro, centellina il preparato, come per meglio gustarlo. Il suocero mette lo zucchero nel suo caffè: al primo sorso fa una smorfia e chiede alla nuora: “Cosa ci hai messo?”. Distrattamente aveva vuotato nella zuccheriera un pacchetto di sale raffinato!... Piovono i rimproveri e lui si intromette a scusare con una pietosa bugia: “Per me andava benissimo; altre volte l'ho preso così, in alta Italia”.

Era fatto così p. Armando. Sì… è p. Armando Messuri.


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