Questa mattina, come ogni anno, un gruppo di studenti dell’Università
Salesiana che seguono il corso per i formatori della vita religiosa, sono stati
in visita alla comunità di Marino per conoscere la storia e il lavoro di
pastorale giovanile che si fa tuttora. Ho dato anche la mia piccola
testimonianza…
Dare vita a una “Scuola apostolica” era stato il sogno di p.
Armando Messuri, «occupazione e desiderio dei miei primissimi anni di lavoro»,
come scrisse il 23 ottobre 1941. P. Armando muore e il sogno con lui. O forse
no… Rimane a lungo sotto terra, occorre aspettare più di vent’anni, ma infine
nasce qualcosa di nuovo.
Tutto inizia con p. Marcello Fidelibus, un Oblato agli
antipodi di p. Armando, come fisionomia, come carattere… ma con la stessa
passione per i giovani. Si trova a Monte Mario, un quartiere popolare di Roma.
Davanti alla loro scuola incontra tanti ragazzi che si sentono un po’ soli, un
po’ sbandati. Privi di cultura religiosa, lontani dai sacramenti, immersi in
un ambiente pienamente secolarizzato, ma sensibili al richiamo dei grandi
valori della vita.
Nel frattempo p. Marcello prende contatto con altri giovani
del Centro Italia. Cominciano a leggere insieme il Vangelo… Alla fine del 1967
matura il desiderio di comunità per approfondire la nuova esperienza che
avevano incominciato.
Su consiglio di p. Marino Merlo, allora superiore nella casa
di formazione a Firenze, p. Marcello inizia a cercare una abitazione per
rendere stabile il cammino formativo dei giovani incontrati a Roma. I giovani,
dopo una Messa celebrata assieme, chiedono a Dio una casa: «L’abbiamo chiesta a
Chi ne aveva tante: in sostanza eravamo squattrinati, ma pieni di fede. Gli
abbiamo detto: Noi ti facciamo una casa “spirituale”, tra noi. Tu ce la fai di
“mattoni”? Ci ha preso in parola, qualche giorno dopo la casa c’era». Sì, ma
dov’era la casa che l’Eterno Padre aveva preparato? A Marino!
Le suore della Santa Famiglia, quelle di cui p. Armando era
stato cappellano, saputo che quell’Oblato cercava una casa per i suoi giovani,
gli dicono che lì vicino c’è una signora che vive da sola, che ha una casa
libera… P. Marcello si presenta, le racconta quanto sta facendo con i giovani…
La signora l’ascolta e poi gli dice: “La manda p. Messuri”. Lì per lì p.
Marcello non capisce bene… “Sì, p. Messuri aveva in cuore i giovani, avrebbe
voluto dare vita a una comunità così. La manda p. Messuno: oggi è l’anniversario
della sua morte…”. P. Armando aveva risollevato dalla profonda depressione quella
signora, Caterina Solina, e ne custodiva i beni quando fu ucciso.
A fine agosto 1967 arrivano a Marino 11 giovani, altri due
si aggiungeranno più tardi. Ma l’abitazione messa a disposizione dalla signora
Solina è disabitata da quattro anni. Mancano i dormitori, i servizi, il
riscaldamento. P. Marino chiede alle Suore della Santa Famiglia ospitalità per
lui e per tutti i giovani. Le suore, generosissime, mettono a disposizione un
settore della loro casa per dormire e per studiare: il diavolo in convento!
Finalmente la nuova casa è adattata alla meglio, grazie al
lavoro di Fr. Giuseppe Bigliami, e il 14 ottobre 1967 inizia il Centro
Giovanile di Marino. Da allora centinaia e centinaia di giovani hanno trovato
qui la loro vocazione. Molti di loro sono divenuti Missionari Oblati.
Due anni più tardi si apre il noviziato e nel 1973, a
Vermicino, presso Frascati, lo scolasticato. L’intero complesso delle case di
formazione è oggi intestato a p. Armando Messuri “in ricordo della sua luminosa
carità”.
È bello leggere queste storie di vita, di fede e azione. Danno coraggio.Grazie. Elisabetta
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