Quando padre Liuzzo andò dalla mamma di Annina per sapere se acconsentiva alla figlia di seguire la sua vocazione, si sentì rispondere: “Le dono questo bel garofano”.
Sul cuscino di fiori
che doveva essere posato sulla bara di Annina si sarebbero voluti dunque
dei garofani… ma non è tempo di garofani questo. Eppure questa mattina,
improvvisamente, la fioraia ha ricevuto garofani rossi e rosa, ed eccoli sulla bara
di Annina.
Una donna “trasparente”,
come l’ha definita il parroco, a cui si addicono le beatitudini dei miti e dei
puri di cuore.
Ha iniziato la sua
avventura con gli Oblati negli anni ’50 a san Giorgio Canavese, mettendosi a
loro servizio con semplicità. Ha poi lavorato nell’asilo con i bambini, nell’ospedale
del Fatebenefratelli a Roma come assistente sanitaria, come volontaria in
Uruguay… È stata accanto a donne anziane senza fissa dimora alle quali portava
scatoloni per dormire al riparo, trovava un letto in ospedale, una casa di
riposo… Portava la comunione agli ammalati e agli anziani… Sempre all’ultimo posto.
Il funerale è stato
uno specchio della sua semplicità e essenzialità.
È morta il 22 agosto,
festa di Maria Regina, giorno anniversario della nascita delle COMI, la sua
famiglia, e il suo funerale non è stato venerdì come previsto: per ragioni burocratiche
– ossia provvidenziali – è avvenuto di sabato, giorno della Madonna…
Meglio di così non si poteva scrivere di Annina essenziale e semplici e la semplicità e angelica è Grandezza
RispondiElimina