Alla Madonna del Carmine oggi abbiamo
ricordato il terzo anniversario della morte di Simonetta Magari.
Ho ricordato in particolare il “filo rosso”
che ha guidato tutta la sua vita: la consapevolezza di essere nelle mani di Dio
che la lavorava per farne un capolavoro. Lo scriveva quando ancora era una
ragazzina, e l’ha scritto alla fine della vita, nella lettera indirizzata al
Papa: «Mi sento come una “banca” da cui tutti possono attingere perché il rapporto con Dio è sempre più profondo. La malattia è un Suo cesellamento, con cui Egli fa del suo lavoro un capolavoro. Sono proprio i colpi che fanno più male a dare la forma.
È un privilegio e un dono Suo la malattia, che mi porta a dire, nonostante la sofferenza, che questo è il periodo più bello della mia vita perché
sperimento una gioia mai provata prima. Sono consapevole però che la forza mi viene dall’amore di chi mi circonda e dall’unità che c’è in focolare che rende visibile Gesù tra noi».
Grazie P. Fabio x avermi fatto conoscere. SIMONETTA.
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