Trevignano, oggi centro
turistico, con tante villette e ristoranti, nella prima metà del Novecento era
un povero paesetto di pescatori. Le Suore di Nostra Signora avevano iniziato le
scuole nel 1931. Durante la guerra i tedeschi ne avevano fatto un loro presidio.
Un giorno, durante i rastrellamenti, furono prese alcune famiglie per essere fucilarle.
Suor Sebalda, di origine tedesca, si mise in mezzo e convinse i militari a
rilasciare quella povera gente. Alla suora fu dichiarata perenne riconoscenza. La
scuola, anche se non ci sono più le suore, è intitolate a lei.
Oggi ho accompagnato a
Trevignano, sui loro antichi luoghi, le consorelle anziane che abitano accanto a
noi.
Il lago è un incanto, mosso
dal forte vento e illuminato a sprazzi dal sole che si dibatte tra nubi d’acciaio.
Lungo la passeggiata che lo costeggia non c’è anima viva. Parlano le panchine
di marmo, sulle quali sono incise poesie di Ungaretti, Alda Merini, come
pensieri di Gandi, di altri pensatori… Su una di esse anche uno scritto di
Sergio Zavoli che termina:
Con Alessandra ho scelto
un luogo mite, silenzioso, Trevignano
ospita una bellezza che circonda
i riflessi dello specchio
dovuto ai colli che s’inclinano per dir
come le lontananze si sciolgono
affacciandosi, dall’alto,
su quattro rive arrotondate
dal lago di una pace naturale.
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