Ecco dunque la nostra diretta streaming sul tema dell'unità. Tra l'altro mi è stato chiesto di
spiegare il senso teologico dell'esperienza del Paradiso' 49 e in
che modo la si dovrebbe inserire nell'ambito della propria sua esperienza cristiana.
Il senso teologico è espresso nelle parole di Gesù nell’ultima cena, quando
promette di non lasciare soli i suoi discepoli. Egli parte dalla terra per il
Cielo, ma manderà il Paraclito, uno che sta dalla nostra parte e che continua la
sua opera. È lo Spirito Santo, che sarà sempre presente nella Chiesa e che la
condurrà alla pienezza della verità.
Gesù sapeva che le sue parole erano troppo alte per essere capite, allora
promette lo Spirito Santo che spiegherà ogni sua parola, ma nel modo che gli è
proprio, ossia farà vivere le parole di Gesù, perché soltanto così esse si
comprendono veramente: esse sono spirito e vita.
Potremmo dunque leggere tutta la storia della Chiesa come la progressiva
comprensione del Vangelo, il Vangelo che si fa storia. La comprensione – nel
senso pieno del termine, ossia una comprensione intellettuale, ma insieme vitale,
operativa, che coinvolge la persone in tutte le sue componenti, anche quelle
affettive – la comprensione del Vangelo nella Chiesa avviene attraverso
l’insegnamento dei Concili, dei vescovi, dei dottori… ma anche attraverso
persone a cui lo Spirito Santo dà di compiere una esperienza particolare di alcune
“parole” evangeliche. I carismi sono appunti doni che lo Spirito Santo dà per attuare
il Vangelo, così che la Parola di Dio continui a operare nella storia.
Potremmo percorrere tutta la storia della Chiesa con questo sguardo: il
Vangelo che, attraverso i santi e i movimenti che essi suscitano, diventa vita
e opera e rinnova la Chiesa.
L’esperienza del Paradiso ’49, ossia l’esperienza di Cielo, di Paradiso,
che Chiara Lubich ha fatto nel 1949, è in continuità con questo cammino della
storia della Chiesa. È un’esperienza di Dio che lo Spirito Santo ha fatto fare
a questa persona, così da farle leggere in maniera nuova, esistenziale, le
parole che Gesù rivolge al Padre al termine dell’ultima cena: “Padre, che tutti
siano una cosa sola, come io e te siamo una cosa sola”.
Trattandosi di un carisma, lo Spirito Santo l’ha dato a Chiara non soltanto
per lei, ma perché, attraverso di lei, giungesse a tutta la Chiesa, così com’è
nella natura di ogni carisma. Quella lettura del Vangelo, quella comprensione
del Vangelo è anche per me. Per questo mi metto all’ascolto di quella
esperienza, perché ha qualcosa da comunicare anche a me, aiuta anche me a
comprendere meglio e a vivere meglio il Vangelo. Dio agisce sempre così,
attraverso la mediazione di persone concrete, è la legge dell’incarnazione.
Dobbiamo infine ricordare che se l'amore scambievole è un comanda, l'unità è una preghiera, un dono che Gesù ha chiesto: dovremmo prestare la nostra bocca a Gesù perché continui la sua preghiera al Padre, che ci dia davvero l'unità, anche e soprattutto in questo momento drammatico.
Nessun commento:
Posta un commento