Da casa a scuola erano due
chilometri. Ogni mattina, dalla prima elementare fino alla quinta, li ho
percorsi in bicicletta, con sole acqua e vento. Oggi sarebbe impossibile. Nelle
scuole vicine oggi vedo le mamme, i babbi, i nonni, che vanno ad aspettare i
bambini che escono da scuola e li riaccompagnano a scuola. È una scena sempre
molto bella vedere questi bambini che parlano, parlano, parlano… hanno sempre
tanto da raccontare quando escono da scuola e vanno verso l’automobile o la
casa…
Mi rivedo bambino quando tornavo da
scuola. Appena arrivato appoggiavo la bicicletta al muro di casa e mi affacciavo
alla porta di cucina e da lì, prima ancora di entrare dentro, raccontavo subito
alla mamma quello che era successo nella mattinata. Era troppo importante,
dovevo comunicarlo subito…
È una delle tante divagazioni terra
terra fatte oggi mentre parlavo di cose “alte” al ritiro dei focolarini e delle
focolarine di Roma: un centinaio di persone. Una divagazione per dire il
bisogno che tutti abbiamo di comunicare…
È stata una giornata molto bella,
con la condivisione di tante esperienze semplici e profonde. Tra i messaggi che
mi giungono uno dice: “Mi ritrovo in cuore la grande gioia di poter ora
...guardare questa nostra Roma come...un unico focolare”.
Ma c’è anche chi mi ha scritto: “Chiedo
la grazia di trovare ogni giorno quella finestra cui affacciarmi per
raccontare, dopo aver mollato la bicicletta”.
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