venerdì 3 ottobre 2025

Confesso il peccato: ho scritto un’agiografia

Confesso il peccato: ho scritto un’agiografia che appare in libreria in questi giorni (domenica la presentazione a Roma). Un'agiografia! È un genere letterario con una sua lunga e gloriosa storia nella letteratura della Chiesa. È semplicemente la narrazione della vita di un santo «dominata e caratterizzata da intenti di edificazione – come sentenzia la Treccani – ma influenzata anche con sviluppi che ne hanno fatto una vera scienza criticamente fondata». È un peccato fare opera di edificazione e proporre un modello di vita? La proclamazione di una santità canonica non avviene proprio per proporre un modello? Altrimenti che santo sarebbe?

Ma quell’intento “edificatorio” (“costruire”, quando uno ci riesce, mi sembra un pregio) agli occhi di tanti fa scadere l’agiografia a racconto di bassa lega, senza consistenza storica, un feuilleton, un encomio che edulcora la realtà ed elimina le ombre. O non sono proprio le prove, le tentazioni, gli sbagli, i difetti a costituire il terreno più propizio per far crescere la pianta della santità? E poi chi l’ha detto che la presentazione di un modello richieda necessariamente l’eliminazione dell’indagine storica e della lettura critica?

Nel mio caso l’agiografia non è di una santa “canonica”, si tratta di Chiara Lubich, dichiarata semplicemente “serva di Dio”. Gli scritti su di lei sono spesso bollati come agiografie (nel senso deteriore del termine), ignorando i numerosi studi rigorosamente scientifici. La mia “agiografia” è tuttavia un po’ diversa. Ho avuto l’intento (la pretesa?) di lasciare che fosse Chiara stessa a scrivere addirittura una propria “autobiografia”. Lei non l’ha mai scritta, ma ha lasciato appunti, diari, lettere, interviste… Raccogliendo scritti e conversazioni può davvero emergere una ricca autobiografia. Sono oggettive le autobiografie? Mai! Sono la rilettura soggettiva del proprio cammino, una selezione tra i molti momenti e sentimenti vissuti. Eppure non sono meno vere, perché sanno cogliere il filo d’oro di una vita, la realizzazione di un progetto. Possono essere sincere, come sono gli scritti di Chiara. Anch’io ho dovuto scegliere… con sincerità.

L’ho intitolata “Lacrime e stelle”, come lei stessa mi aveva suggerito tanti anni fa. Due parole di estrema concretezza, che eludono sdolcinature caramellose e miracoli a buon mercato. Lacrime e stelle, a dire d’una vita dura e drammatica eppure piena di luce e di passione.

“Scrivi una biografia col cuore”, mi era stato chiesto. Roba dell’altro mondo! Eppure forse aveva ragione il buon Pascal quando diceva che «il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce». Scrivere col cuore non vuol dire andare avanti alla cieca, tra pregiudizio e ignoranza. Può essere una risorsa in più per giungere al cuore del santo.

Domenica 5 ottobre, ore 11.00, presentazione del libro:
si può seguire in diretta streaming sul canale Youtube cittanuovatv

6 commenti:

  1. Da te me l'aspettavo, p. Fabio. E te ne ringrazio immensamente!

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  2. Un Grazie grande per questa opera! L’aspettavamo ed è arrivata nel giusto tempo. Un grazie di cuore

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  3. Che bellissimo P.Fabio non vedo l'ora di leggerlo. Posso chiederla a Città Nuova?

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  4. Grazie P.Fabio ,un ' opera che mette " sul moggio" una vita dedicata al Vangelo in un mondo sconvolto da un mare procelloso che sembra aver smarrito il SENSO della vita e della Creazione.

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  5. sarà bello ascoltare quello che dice il tuo cuore. C'è la biografia di Robertson, quella di Torno, di Gentilini, di Bronzwaer, c'è Silvia prima di Chiara, Qui c'è il dito di Dio... etcc...come parlerà il cuore? L scopriremo presto. C'è attesa. Redi

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  6. Grazie Padre Fabio per aver raccolto i gioielli di Chiara, che teneva e tiene nel cuore per noi suoi figli e per l'Umanità di oggi e domani.
    Lo terrò a portata di mano per ritrovare la Luce della vita in ogni mio presente.Lucia

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