sabato 21 settembre 2024

San Michele Arcangelo sul Gargano

 

Il Tavoliere delle Puglie, con i mandorli, gli olivi, il grano… Il grano è già stato tagliato da tempo, ma i ricordi delle cose imparate alle elementari rimangono impressi per sempre. Eccolo finalmente il Tavoliere… Oggi è terra di caporali e dello sfruttamento dei braccianti, ma è sempre luminoso e promettente.

Si erge poi il Gargano, che da questa parte è arido e pietroso, mentre dall’altra si apre alla Selva umbra. Saliamo su, fino alla sommità, 900 metri, mentre sotto si spalanca il golfo di Manfredonia.

Sono venuto per incontrare san Michele Arcangelo. Sapevo che il suo santuario era una grotta nascosta nella montagna, ma lo immaginavo solitario. Attorno, dall’anno 1000, è sorto un borgo medievale, sempre più grande, fino all’attuale città, con un magnifico castello piantato sulla rocca, con chiese che narrano tante storie… Oggi le case si arrampicano bianche su per le strade ripide, facendo largo a piccole piazze e aprendo squarci sul mare. Non immaginavo neppure tanta folla, gruppi e gruppi di pellegrini.

Scendi sempre più giù lungo le scale tra arcate antiche fino all’entrata della grotta, maestosa, solenne, tutta pietra viva. Immaginavo la solitudine e il silenzio. Invece una folla che prega, che canta. E lui lì, nella sua nicchia, con la spada in mano.

Non si sa bene quando, ma l’arcangelo Michele gettò sulla terra la sua spada, quella con la quale aveva scacciato il diavolo dal cielo, e tracciò una linea retta, che parte del nord dell’Irlanda e giunge fino al nord di Israele.

Lungo questa linea, la stessa che percorre il sole al tramonto durante il solstizio d’estate, sono collocati sette santuari dedicati all’Arcangelo. Sono stato nel primo nel 1998, assieme a Jonathan Cotton, un’esperienza straordinaria. Su quell’isola sperduta nell’oceano dell’Irlanda l’Arcangelo apparve a San Patrizio, per aiutarlo, nella sua missione di evangelizzazione. ora rimangono i ruderi fantastici dell’antico monastero.

A Mont Saint Michael sono stato il 28 maggio 2016, attraversando a piedi la laguna, con la bassa marea. Ho celebrato nella grande basilica, assieme ai monaci della Comunità di Gerusalemme…

Alla Sagra di san Michele, in val di Susa, sono stato il 16 agosto 2021.

Nell’ultimo luogo, al Monastero del Monte Carmelo, ad Haifa, sono stato con tutta la mia famiglia nel maggio 2011.

Ed eccomi finalmente a Monte sant’Angelo sul Gargano!


Era l’anno 492 dell’era cristiana quando Michele, l’Arcangelo, apparve al Vescovo dell’antica diocesi di Siponto, fondata dall’apostolo Pietro, rivelandogli di un luogo inaccessibile e misterioso che, per volontà di Dio, era stato designato a sua dimora terrena: “Io sono l’Arcangelo Michele… Questa è una dimora molto particolare poiché, dove si apre la caverna in tutta la sua ampiezza, proprio lì verranno sciolti i vincoli conseguenti ad ogni genere di peccato commesso.”

Da allora il pellegrinaggio è ininterrotto, dal primo papa Gelasio I, che nel 493 concesse l'indulgenza del «Perdono angelico», fino a Giovanni Paolo II e un’altra decina di papi. Per non parlare dei santi: San Bernardo, Guglielmo da Vercelli, San Tommaso d'Aquino, Santa Caterina da Siena, San Francesco d'Assisi (nel 1221, ritenendosi indegno di entrare nella grotta sacra, si sarebbe fermato all'ingresso, incidendo un segno di croce su una pietra); le sante Brigida e Caterina di Svezia, P. Pio naturalmente. 

Non ho proprio un buon rapporto con san Michele. Tante volte litigo con lui: Possibile che il diavolo sia più forte di te? Non vedi che vince sempre lui? Quante guerre, quante violenze… E tu che fai? Il tuo esercito sembra sempre perdente. Lui mi risponde calmo che le battaglie sono una cosa, la guerra un’altra: la guerra la vincerà lui.

Mi manca il San Michele in Cornovaglia (Gran Bretagna) e quello sull’isola di Symi in Grecia. Chissà…





Nessun commento:

Posta un commento