domenica 29 settembre 2024

E quando il fondatore non c'è più?

La chiesa della Theotokos stamani mi ha accolto nel mistero, avvolta nella nebbia, preludio di una giornata limpida di sole.

Ritiro a un centinaio di focolarini sul “dopo fondatrice”. Eh ho iniziato con esempi del dopo di grandi fondatori.

Emblematica la vicenda di Francesco d’Assisi, a tutti nota. Basterà limitarsi alle ultime sue parole riportate da san Bonaventura: «Così disteso sulla terra, dopo aver deposto la veste di sacco, sollevò la faccia al cielo, secondo la sua abitudine, totalmente intento a quella gloria celeste, mentre con la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro perché non si vedesse. E disse ai frati: “Io ho fatto la mia parte; la vostra…”. La nostra? Ho chiesto ai presenti. Domanda a tranello, infatti mi hanno risosto: Voi fate la vostra. Invece san Francesco ha detto sapientemente: “la vostra, Cristo ve la insegni”» (Bonaventura da Bagnoregio, Leggenda Maggiore, XIV,3: FF 1239). Lui si è lasciato guidare da Cristo, così devono fare i suoi discepoli…

Il dettato di sant’Angela Merici è ancora più esplicito. Dopo aver spiegato nei Ricordi che Dio l’ha «eleta di esser madre», arriva a dire, con piena coscienza del proprio ruolo di fondatrice, che «obedendo a mi, obedireti a Jesu Christo» (Tertio Precetto). Questo non soltanto da viva, ma anche nel periodo successivo, che si protrae per tutta l’esistenza futura della Compagnia, nella convinzione che Gesù Cristo «mi ha eletta di esser matre et viva et morta di così nobil compagnia» (Tertio Precetto). In proposito scrive: «Vi prego tutte, anzi ve supplico per amor della passione di Jesu Christo, et della Madonna, che vi sforzati di metter in opera questi puochi arricordi, che adesso vi lasso, da essequire doppo la morte mia: li quali vi saranno una memoria almancho d’una parte del voler et de­siderio mio» (Arricordi). Vi ritorna nel Testamento: «per la Passione et il Sangue di Jesu Christo... vogliate metter in opera con ogni sollecitudine questi puochi arricordi... Imperocché io adesso partendomene di questa vita, et lassando voi in pe mio et sicome herede mie, questi avvisi vi saranno sicome legati, li quali nella mia superiore voluntade ve lasso da esequire fidelmente».

Questa insistenza nel seguire la via da lei tracciata, non le impedisce di comprendere la necessità di adattare in futuro la vita della Compagnia ai diversi tempi e luoghi, lasciando aperto il cammino: «Et se secondo li tempi et bisogni accadesse de ordenare de nuovo o fare altramente qualche cosa, fatilo pru­dentemente, et con buon consiglio» (Legato Ultimo).

Il criterio sarà l’ascolto dello Spirito e la docilità all’azione di Cristo presente in mezzo alle future vergini. Sono queste le due Persone che hanno dato origine alla Compagnia e saranno loro che continueranno a guidarla, come scrive nel Testamento.

La presenza di Cristo innanzitutto, perché è lui che ha fondato la Compagnia e che quindi continuerà a guidarla: «Et sempre il Prin­cipal ridotto vostro sia il ricorrere alli piedi di Jesu Christo... Perché cosi senza dubio Jesu Christo sarà in mezzo di voi, et ve illuminarà et amaestrarà si come vero et bon Maestro, di quello che havereti a fare. Teneti questo per cento che questa Regola di diritto è piantata per la santa man sua, né mai abbandonerà questa Compagnia finché ’l mondo durarà…».

Quindi la presenza dello Spirito Santo: «Queste ed altre simili cose fidelmente si fareti, sicome secondo li tempi et le importantie vi detterà il Spirito Santo, rallegratevene, state di buona voglia».

Un altro esempio è quello di Camillo de Lellis che, già in vita, aveva conosciuto opposizioni e deviazioni dal suo progetto carismatico. Nella Lettera Testamento poteva quindi scrivere di non meravigliarsi che «il diavolo non abbia cessato e non cessi ora mai di tentare di far che questa povera pianta, dalla quale Dio si aspetta tanta gloria, venga distrutta, annientata e maltrattata in un modo o in un altro. Se il diavolo non ci riuscirà sotto apparenza di un male lo tenterà sotto apparenza di bene, cercando tutte le strade e tutti i mezzi possibili. In particolare potrà servirsi di alcuni religiosi di questo stesso nostro Ordine suggerendo loro, sotto apparenza di bene, che cerchino di far deviare e alterare lo scopo del nostro santo istituto. (…) Esorto quindi tutti i religiosi presenti e futuri a non pretendere di sapere di più di quello che occorre, ma a camminare in santa semplicità nelle cose stabilite nelle nostre Bolle approvate dalla Santa Sede Apostolica. Esorto tutti a esserne fedelissimi difensori. Felice chi lo sarà e infelice che non lo sarà!».

Emblematiche le ultime parole di san Giovanni Bosco: «Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro Maestro buon Gesù. Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte. […] Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla esatta osservanza delle nostre costituzioni». Come per gli altri Fondatori la fiducia nel futuro gli viene dalla fiducia nella presenza e nell’ascolto di Cristo Signore: «Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero Superiore Cristo Gesù, non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro Giudice e rimuneratore della nostra fedeltà nel suo servizio» (Testamento spiritualeMemorie Biografiche XVII, 258-273).

Sono andato avanti con altri esempi, ma questi dicono già quanto basta… 

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