A Palermo si celebrano due
feste di santa Rosalia, il 15 luglio (ritrovamento del corpo) e il 4 settembre.
Ma ogni volta che si visita il suo santuario sul monte Pellegrino è festa, e
oggi la festa si è rinnovata.
A raccontarci la storia della
santa è stato Pietro, priore della Confraternita della Madonna della cintura (quella
data a santa Monica, ma la Madonna doveva averne più d’una, se ce ne sono altre
in giro, anche se quella più importante si venera a Prato). Pietro ha costruito
anche una bella statua di santa Rosalia che si venera nella chiesa di san Nicola
da Tolentino, affidata agli Oblati. Questa mattina ne parlava come di una
persona amica con la quale ha una grande familiarità…
Ma anche a chi non è molto familiare con lei, la santa ispira immediatamente fiducia e confidenza, ritratta com'è, giovane, bella, indifesa, sorridente. Non mette soggezione, si mostra subito vicina...
La santa ha lasciato un’impronta
indelebile nella grotta del monte Pellegrino dove ha vissuto, trasformandolo in
un luogo carismatico, come accade a tanti altri luoghi abitati dai santi. Per
secoli questi luoghi sono stati meta di pellegrinaggio di migliaia e migliaia
di fedeli che lì hanno pregato, hanno pianto, si sono affidati a Dio…, arricchendoli
di fede e di pietà e contribuendo a renderli ancor più “carismatici”.
La liturgia del 5 settembre
la canta “sposa del Figlio di Dio” (dopo aver rifiutato di essere sposa del conte
Baldovino) e prega perché la Chiesa – ognuno di noi – sia fatta dallo Spirito
Santo degna sposa del Figlio di Dio. Che santa Rosalia ci accompagni in questo cammino
verso un rapporto d’amore sempre più autentico con il Signore.
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