giovedì 29 ottobre 2020

Ancora in cammino verso il Cielo: Teodoro Studita



Le lezioni sulla storia della vita consacrata mi danno l’occasione di donare tante perle della spiritualità, come questa di Teodoro Studita. Sì, siamo in tempi lontani, nel primo millennio (826), ma la sua testimonianza è attualissima. Nel suo testamento testimonia la gioia (come già san Colombano nel blog di ieri) di partire per la meta ultima del suo santo viaggio.

Le sue parole – rivolte ai monaci, che attende presto con lui in Paradiso – mi sembrano particolarmente adatte in questa vigilia della festa dei santi e della commemorazione dei defunti:

 

Mi rallegro e sono contento di andare da questo mondo verso il cielo, dall’oscurità alla luce, dalla schiavitù alla libertà, da una terra straniera alla vera dimora nella terra paterna, da paesi forestieri ed appartenenti ad altri - perché … io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri (cfr. Sal 39(38), 12) – verso la mia patria. Ancora più coraggiosamente dichiaro che ritornerò al mio Maestro, al mio Signore ed al mio Dio che la mia anima ha amato e che io ho riconosciuto come Padre, anche se non l’ho onorato come figlio. L’ho acquisito rinunciando a tutto, anche se non l’ho servito come un servitore fedele. (…)

Mi aspetto di vedere, accogliere ed abbracciare ognuno di voi quando vi allontanerete dal mondo. Perché ho fiducia che la sua bontà, oggi come allora, ci conserverà tutti anche nel secolo a venire, avendo osservato i suoi comandamenti, per cantare le lodi della sua santa potenza.

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