“Questa è la
volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha
dato”. Queste le parole pronunciate nella sinagoga di Cafarnao e che la liturgia di questa domenica ci ripropone.
Gesù le ripete nell’ultima cena rivolgendosi al Padre: “Nessuno di loro è andato perduto”.
Fino a quel
momento era stato lui a custodirli. Aveva portato a termine la missione
che il Padre gli aveva affidato. Pochi momenti dopo la grande preghiera, avrebbe
compiuto un gesto estremo in difesa dei suoi, consegnandosi nelle mani dei
nemici e ottenendo che essi fossero lasciati liberi. “Se dunque cercate me –
avrebbe detto alle guardie nell’orto degli ulivi –, lasciate che questi se ne
vadano”.
Com’è denso quel
verbo che Gesù continua a ripetere nella sua preghiera, “custodire”: è
vigilanza responsabile, è sorvegliare con amore e premura, è prendersi cura con
tenerezza, è provvedere ad ogni necessità, è preservare dai pericoli e dalle
tentazioni… Tutto questo ha fatto Gesù come pastore buono, nel tempo che era
stato con i suoi.
Ora che stava per tornare al Padre dal quale era venuto, era in pensiero per i
suoi discepoli. Sapeva le difficoltà che li attendevano. A chi avrebbe potuto
affidarli se non al suo stesso Padre? Stava a lui adesso custodirli dal Maligno
e da tutte le molte ostilità del mondo: “Padre santo, custodiscili nel tuo
nome… Ti prego che tu li costudisca dal Maligno”.
Che gioia saperci custoditi!
Quando ci troviamo in difficoltà estrema e non
sappiamo più cosa fare, ci arrendiamo dicendo: Siamo nelle mani di Dio.
Che brutto dirlo con rassegnazione: Purtroppo non c’è altro da fare, quindi mettiamoci nelle
mani di Dio. Dovremmo dire: Che fortunati, siamo nelle mani del buon Pastore,
siamo al sicuro… Ci conosce.
Non siamo solo e
indifesi: siamo nelle mani di qualcuno che ci ama.
ma dov'è il posto per mettere un LIKE come si fa nei social? :) Grazie p. Fabio! Chi piú di LUI ci conosce. Siamo al sicuro!
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