L’avventura
cosentina è terminata. Che comunità bella quella degli Oblati. Mi sono sembrati
l’anima della città. Unitissimi tra di loro sono in costante donazione, con
generosità e creatività. La loro casa è aperta giorno e notte, frequentata da
giovani e adulti, che vi sentono a proprio agio, accolti, ascoltati…
La mia
ultima meditazione sul cenacolo è stata sul “mandato” di Gesù e sull’azione
dello Spirito Santo che scaraventa fuori i discepoli fuori e li trasforma in “Chiesa
in uscita”, per usare una parola cara a papa Francesco.
Il
primo effetto del turbine dello Spirito è proprio quello di attuare il mandato
missionario di Gesù: «Come il Padre ha mandato
me, anche io mando voi» (Gv 20,
21-23). La missione di Gesù diventa la missione della Chiesa, la nostra
missione. La sua opera è compiuta, inizia la nostra. Mio padre, Leonello, era
estasiato all’idea che anche lui, semplice laici, fosse coinvolto da Gesù nella
sua missione. Scriveva:
Il
cenacolo si presenta dunque come il luogo nel quale il Signore Risorto invia i
suoi apostoli nel mondo intero: dall’interiorità all’esteriorità, dall’intimità
all’estroversione, da una comunità raccolta attorno al suo Signore a una
comunità lanciata tra i popoli.
Spero che anche la
comunità di laici che vivono attorno agli Oblati che ho incontrato a Cosenza sia
sempre così.
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