Ero in treno con un altro confratello - (…) anno 1976 - e nello stesso scompartimento viaggiava una famiglia. Noi eravamo carichi di valigie e non avevamo portato quasi nulla per mangiare durante il viaggio. La famiglia accanto, invece, era stata più saggia di noi e al momento opportuno tira fuori il tovagliolo, le olive, il pane e altro. Subito lo scompartimento si riempie del profumo del pane. La mamma preparò il pane e fece un gesto bellissimo, indimenticabile: lo offrì prima a noi due, poi a suo figlio. Questo gesto, espressione del cuore della gente calabrese, fu accompagnato da un “Favorite”.
Questo episodio, con il quale GianCarlo Maria Bregantini nel libro Il nostro Sud in un Paese reciprocamente solidale, ricorda il suo primo viaggio in Calabria, mi ha subito richiamato il mio primo viaggio in Calabria, un anno prima, nell’ottobre del 1975. Piombammo in una casetta modesta, in riva al mare, in una quindicina di persone affamate. L’anziana coppia ci accolse con una cortesia infinita, mettendo fondo a tutte le riserve di pane, affettati, sottoli… Ci donò tutto quanto possedeva, in una condivisione festosa. Nella famiglia e nel vicinato (soltanto quest’anno ho saputo che quella volta tutto il vicinato si era mosso per aiutare la famiglia nell’ospitalità) quel passaggio rimase un episodio epico, da ricordare con gioia la sera con gli amici. Neppure in me si è mai cancellata in cuore la festa di quel giorno.
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