sabato 13 marzo 2010
Carismi, salvaguardia e sviluppo della novità
Eccellente il seminario che oggi si è concluso all’Istituto teologico Sophia. Mi ha colpito soprattutto la metodologia e il coinvolgimento di tutti. Il prossimo numero della rivista “Sophia” ne riporterà gli atti. L’inizio del mio intervento non è stato come lo avevo preparato, ma l’ho formulato, “nuovo”, nei seguenti termini:
“Non c’è niente di nuovo sotto il sole” (Qoèlet 1,9). L’affermazione cinica di Qoèlet è sconfessata dall’evento Cristo. È avvenuto qualcosa di radicalmente “nuovo”: Dio si fa uomo. In Cristo è ormai tutti nuovo ed è lui la radice di ogni innovazione.
Nel “Nuovo” Testamento Gesù parla di comandamento nuovo, nuova alleanza, otri nuovi; i suoi discepoli parleranno lingue nuove; nuova e mai udita è la sua dottrina. Paolo conosce una pasta, un uomo, una creatura, una via nuovi.
La novità è ormai data, definitivamente. Gesù lascia tuttavia intravedere una ulteriore novità, escatologica. Ecco allora la creazione nuova, nella quale si berrà un vino nuovo. L’Apocalisse mostra la novità escatologica dove tutto sarà nuovo: nome, cantico, cieli e terra, Gerusalemme… tutte le cose sono nuove.
Tra il nuovo dell’evento Cristo e il nuovo escatologico il vecchio è in agguato: “il vecchio mangia il nuovo”. La tentazione della Chiesa è quella di ripiegare sul passato, sul già vissuto perché offre più sicurezze e richiede meno impegno.
A salvaguardia della novità evangelica Gesù manda il suo Spirito. I carismi sono gli interventi dello Spirito nella storia della Chiesa volti a garantire la novità evangelica, a esplicitare le novità germinali in essa contenuta, e a guidare la Chiesa e con essa l’intera creazione verso la novità escatologica.
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